08/06/13

Cosa manca a Benedetti per... un pò di storia degli 800 azzurri

Giordano Benedetti, trentino, è stata una di quelle cose da salvare del Golden Gala, forse annichilito dall'umidità, o meglio, "dar mettro cubbo de aria" impregnata di molecole bagnate, e che quindi ha bagnato le polveri di uno dei meeting che solitamente risultano nei punteggi tabellari della IAAF tra quelli con il più alto tasso tecnico legato ai risultati. A quasi metà stagione, in quel famoso ranking, Roma è terza dopo Eugene (meeting stellare!) e Doha, ma davanti a Shangai (tenutosi comunque ad inizio stagione) e New York, quest'ultimo ucciso da condizioni meteo quasi proibitive. Benedetti, dicevo: una di quelle cose da salvare in chiave azzurra, naturalmente, anche se poi in definitiva, quasi tutti gli italiani esibitisi allo Stadio Olimpico, sono tornati negli spogliatoi con i calzettoni sporchi di fango e la maglietta sudata. Buona prestazione collettiva. Benedetti però ha fatto gol, cioè ha corso la sua Dram Race, correndo un rettilineo finale di quelli che gli 800isti si sognano per un'intera carriera. Il rettilineo del salmone, come lo chiamo, dove si riesce a risalire la corrente costituita di atleti obnubilati dall'acido latico, come se fossero scogli immoti del flusso fluviale. 1'44"67, un tempo che promuove nell'elite mondiale, quanto meno sulla carta d'identità. 

Naturalmente il passaggio nella "storia" si ottiene solo con una medaglia, e oggi come oggi, il panorama internazionale non sembra avere delle offerte di lavoro. Intasato come una casa-dormitorio di Tokyo. Rimane il panorama europeo in cui, proprio al Golden Gala, Giordano ha dimostrato di poter dire la sua. Uno dei migliori del ranking continentale, Adam Kszczot battuto di un decimetto, anche se non dobbiamo dimenticare che mentre si consumava la personale salmonata di Benedetti, si concretizzava la prestazione-monstre del francesino Pierre Ambroise Bosse: 1'43"91, dietro all'1'43"61 di Mohamed Aman

A Benedetti cosa manca adesso? Come molti hanno sostenuto, anche sui media, la "pallonara" continuità, ovvero il riproporre un target di risultati se non inferiori, quanto meno "simili" a quello ottenuto al Golden Gala. L'Italia degli anni '90, primo-lustro del XXI secolo, ha concretizzato una "tradizione", come è ben noto. E buona parte di quegli atleti è arrivata a vincere "qualcosa" o comunque è entrato in una finale mondiale o olimpica. Ad oggi non saprei stilare un ranking all-time azzurro, nonostante gli argenti olimpici di Lunghi e Lanzi rispettivamente nella preistoria e nell'Impero Romano dell'atletica azzurra. 

Andrea Benvenuti arrivò in finale a Barcellona '92 (5° con 1'45"23) e fu il primo successore dell'epopea di Donato Sabia, che, unico italiano nella storia, riuscì ad andare due volte in una finale degli 800 (Los Angeles e Seul). Oh, Donato Sabia nel mio immaginario ha sempre rappresentato il meglio in quanto a classe... un campione alla Bertoli (il ciclista), cioè classe pura ma cui è mancato in carriera il "perfect day" in cui entrare nella leggenda dello sport. Aspettammo fino all'estate del 2000 per rivedere la 7^ finale corsa da un italiano sugli 800: fu quella di Andrea Longo, a Sydney, quella degli autoscontri con l'evetico Andrè Bucher (mi sembra) che portarono alla sua squalifica. Ai mondiali all'aperto, vantiamo Giuseppe D'Urso, argento a Stoccarda '93 (1'44"86), e il doppio finalista Andrea Longo, in finale sia a Parigi 2003 (5°), che a Siviglia '99 (6°). Andrea Giocondi raggiunse la finale mondiale di Goteborg '95. Tra mondiali ed olimpiadi, quindi, 11 finalisti, e Longo, benchè mai medagliato, piazza 3 caps in questa classifica avulsa dei finalisti mondiali-olimpici azzurri sugli 800:
  1. 3 - Andrea Longo (2 mondiali, 1 olimpiade)
  2. 2 - Donato Sabia (2 olimpiadi)
  3. 1 - Emilio Lunghi, Mario Lanzi, Andrea Benvenuti, Carlo Grippo (1 olimpiade); Giuseppe D'Urso, Andrea Giocondi (1 mondiale).
Se allarghiamo lo sguardo alle manifestazioni più abbordabili, ovvero europei, europei indoor, e mondiali indoor, riusciamo a dare anche più profondità alle classifiche di cui sopra. Chiaramente, prima degli anni '70 non c'erano gli europei indoor; degli anni '80 i mondiali outdoor e quelli indoor...

Classifica dei finalisti azzurri delle 5 più grandi manifestazioni internazionali sugli 800 (31 presenze: Ol: olimpiadi; Mo: mondiali; Eu: Europei; EuI: Europei Indoor; MoI: Mondiali Indoor);
  1. 06 - Andrea Longo (1 Ol - 2 Mo - 2 Eu - 1 EuI)
  2. 05 - Giuseppe D'Urso (1 Mo - 2 Eu - 2 EuI); 
  3. 04 - Tonino Viali (1 Eu - 2 MoI - 1 EuI); 
  4. 03 - Mario Lanzi (1 Ol - 2 Eu); Donato Sabia (2 Ol - 1 EuI);
  5. 02 - Andrea Benvenuti (1 Ol - 1 Eu); Carlo Grippo (1 Ol - 1  EuI); 
  6. 01 - Maurizio Bobbato (1 EuI);  Marco Chiavarini (1 EuI); Gabriele Ferrero (1 EuI); Marcello Fiasconaro (1 Eu); Andrea Giocondi (1 Mo); Lunghi Emilio (1 Ol); 
Quindi 13 atleti azzurri sono arrivati ad una finale internazionale nella ultracentennale storia dell'atletica. Questo per dire... non è proprio una passeggiata. Le medaglie sono state invece 11, e gli unici che hanno vinto una gara tra le 5 più importanti della panorama, risultano Andrea Benvenuto (oro agli Europei di Helsinki '94) e Donato Sabia agli Euroindoor di Goteborg '84. Qui nel dettaglio le medaglie in ordine per numero di metalli conquistati.
  1. 03 - Mario Lanzi (arg-Ol; arg-Eu; bro-Eu)
  2. 02 - Giuseppe D'Urso (arg-Mo; arg-EuI); Tonino Viali (bro-EuI; bro-MoI);
  3. 01 - Andrea Benvenuti (oro-Eu); Maurizio Bobbato (bro-EuI); Emilio Lunghi (arg-Ol); Donato Sabia (oro-EuI); 
Mi sto dilungando troppo con queste elucubrazioni statistiche? Me ne rendo conto, mi lascio prendere la mano. Un attimo! Forse può interessare quali sono stati i tempi sugli 800 più veloce mai corso durante una di quelle 5 manifestazioni sotto gli '145".
  1. 1'44"49 - Andrea Longo - III semifinale (2°) Sydney '00 (Olimpiadi)
  2. 1'44"53 - Donato Sabia - finale (5°) Los Angeles '84 (Olimpiade)
  3. 1'44"83 - Giuseppe D'Urso - II semifinale (1°) Stoccarda '93 (Mondiali)
  4. 1'44"86 - Giuseppe D'Urso - finale (2°) Stoccarda '93 (Mondiali)
  5. 1'44"90 - Donato Sabia - I semifinale (3°) Seul '88 (Olimpiadi)
  6. 1'44"90 - Donato Sabia - I quarto di finale (2°) - Los Angeles '84 (Olimpiadi)
E' un caso che ci siano solo Olimpiadi e Mondiali? Evidentemente no. Qui si vede la solidità degli atleti, ovvero la capacità di non essere atleti una-tantum, ma professionisti in grado di correre attorno agli 1'45" (o magari sotto) non una, ma almeno due volte nel giro di 48 ore. 

Infine vediamo dove si colloca Giordano Benedetti nella lista all-time italiana di sempre. Il trentino diventa il italiano della storia a scendere sotto gli 1'45", ed è anche attualmente l'unico con Andrea Giocondi, a vantare un personale collocato tra i 1'44" e 1"45, in quanto i primi 5 della lista sono riusciti tutti a scendere sotto gli 1'44". Dal 13° rango all-time con 1'45"34, passa quindi al , in una classifica da far tremare i polsi:
  1. 1'43"7  - Marcello Fiasconaro - Milano 27/06/1973
  2. 1'43"74 - Andrea Longo - Rieti 03/09/2000
  3. 1'43"88 - Donato Sabia - Firenze 13/06/1984
  4. 1'43"92 - Andrea Benvenuti - Montecarlo 11/08/1992
  5. 1'43"95 - Giuseppe D'Urso - Roma 05/06/1996
  6. 1'44"67 - Giordano Benedetti - Roma 06/06/2013
  7. 1'44"78 - Andrea Giocondi - Zurigo 13/08/1996
  8. 1'45"05 - Marco Chiavarini - Roma 08/06/1995
  9. 1'45"24 - Davide Cadoni - Roma 08/06/1994
Il tempo di Benedetti si colloca invece al 21° rango di sempre (più o meno, per "induzione" visto che i primi 20 disponibili arrivano a 1'44"62... qualcuno si è inserito tra quel tempo e l'1'44"67? Forse che sì, forse che no. Ma al limite ci sarà un risultato, non penso di più. Ok, basta per oggi: forse ho fornito troppo dati, ma serviranno per comprendere quanta strada ci sarà da fare per entrare nella leggenda degli 800. 

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