13/12/09

Kamloops un flop?

Fino ad un paio di giorni fa non avevo avuto ancora il piacere di conoscere qualcuno che mi avesse detto: vado a Kamloops, in Canada, ai mondiali master indoor di atletica. I motivi sono molteplici: in definitiva non è che conosca molta gente tra i master e questo statisticamente pesa tremendamente sulla prima affermazione. Ma a parte questo, è indubitabile che un mondiale in Canada sia una spesa non indifferente per il self-made-man del master medio. Un paio di voli (penso verso Vancouver e poi uno interno per Kamloops, assurta agli onori delle cronache mondiali proprio per questa manifestazione: prima per me era un puntolino su una mappa), il costo degli alberghi e probabilmente anche il clima invernale canadese, che tutto si può dire, tranne che sia caraibico. Anzi, mi vedo già i pick-up che percorrono le larghe strade imbiancate tra le due ali di caseggiati grigi in un clima subantartico. Ma con questo non è assolutamente mia intenzione scoraggiare i volenterosi che si presenteranno al via dei mondiali master. Anzi. Lasciatemi però aggiungere quello che secondo me è l'aspetto più incredibile: la pista piatta. La WMA, evidentemente guidata da interessi che esulano dagli aspetti prettamente sportivi, ha semplicemente avvallato quello che è un non-senso sportivo, cioè organizzare una competizione internazionale su una pista che non la potrebbe ospitare, stanti i regolamenti vigenti che impongono per gli anelli di 200 metri determinati angoli di pendenza. Ma tant'è: we are masters!
Ma torniamo a Kamloops e all'aspetto che sta emergendo e che mi preme sottolineare che ho trovato nei commenti on-line di due delle realtà più tradizionali del mondo master mondiale: la Germania e gli USA. Ebbene, ad oggi sembrerebbe che gli iscritti tedeschi ai mondiali master siano solo 19! Un numero incredibilmente basso, se pensate che a Linz nel 2006, ai secondi mondiali master indoor, i tedeschi avevano sfiorato le 1000 unità (non parliamo nemmeno della prima edizione di Sindelfingen!). 19 misere iscrizioni e la deathline posta dalla Federazione Tedesca al 4 gennaio. Un crollo incredibile. Ken Stone, dalle pagine di Masterstrack faceva notare con una certa preoccupazione che dal sito USATF (la Federazione Americana di Atletica) gli iscritti di oltre oceano ammontavano a 40 unità, nonostante la vicinanza ai cugini canadesi.
Con tutto, proprio ieri la WMA, cosa mai vista negli ultimi anni, ha deciso di pubblicare sul suo sito un accorato appello alla partecipazione: una vera e propria pubblicità, utilizzando le paroline chiave come "beautiful Kamloops". O che ci si aspettano oltre 2000 atleti, e che tra gli starter ci sarà pure quello che sparò nella famosa finale di Pechino dove Bolt corse in 9"58, quasi che la sua presenza potesse evocare il Dio Kronos e farlo discendere nelle gambe dei concorrenti. Ma sapete la cosa più ridicola? Per celebrare la pista, che evidentemente sta mietendo molti dissensi dopo qualche intervento sui forum internazionali anche del vostro umile scribacchino (e sulla quale nessuno degli organizzatori si è ancora degnato di dire la verità circa la "piattezza") hanno pure scritto che nel 2008 su quella pista vi è stato il record del mondo sulla 4x400 indoor M60-69. Dopo circa un secondo capirete cosa c'è di strano in un'affermazione del genere... se no, ve lo dico io: ma chi ha mai corso una 4x400 indoor? Per di più master?? I record sono effettivamente tabellati sul sito WMA, ma sono stati tutti ottenuti tra USA e Canada. Eccovi serviti la pubblicità-regresso.
Cosa succede? Degli italiani, come dicevo conosco solo le dichiarazioni di qualche mese fa di Mario Longo, che sosteneva che sarebbe andato in America per sistemare una vecchia questione a domicilio. Ed un forumista del nostro sito, che in questi giorni sta pianificando il tutto. Sentiremo anche l'Ufficio Master della fidal, ma prevedo che le unità italiane che partiranno per il Canada non saranno da sbarco-in-Normandia.
Conclusioni: prima di vendere la pelle dell'orso (...canadese, un Grizzley nel nostro caso) aspettiamo la chiusura dei mondiali. Se le previsioni dovessero però avverarsi, la Federazione internazionale master (e di conseguenza quella europea, che sembra aver intrapreso la medesima strada) dovrebbe cominciare a riflettere sulle sedi delle grandi manifestazioni. Servono (come del resto si è visto in Italia per le manifestazioni nazionali) grosse città, con un'offerta alberghiera aperta a tutte le tasche, facilmente raggiungibili, senza pensare al business a tutti i costi sulle spalle dei master. Una per tutte: le tasse di iscrizioni stanno diventando qualche cosa di fuori da ogni logica di mercato, considerati i servizi di cui si gode ad un campionato internazionale.
Lo stesso discorso come dicevo, è estendibile alla EVAA (la Federazione europea di atletica) che dopo Lubiana ha inziato una progressiva scelta di realtà locali minime dove i problemi logistici saranno all'ordine del giorno.

Nessun commento:

Posta un commento