26/12/09

Bill Collins: il re modesto

(Bill Collins e Tyson Gay, in una foto di Young Legs for Old Runners) - Siamo sotto le feste, ok. Così ho tirato fuori una bella storia. Almeno: spero sia bella. La storia di Bill Collins, una delle icone del mondo master mondiale. Chi è Bill Collins? Perchè è così noto? Molte voci si rincorrono sul suo conto: io stesso ne ho sentite diverse sui suoi trascorsi sportivi. Così ho cercato e cercato, finchè ho trovato una bellissima intervista fatta dai webmaster di un blog americano che, udite-udite, come noi utilizza l'AGC per nominare i suoi migliori atleti e per stilare classifiche. Un blog frequentatissimo dai master americani (soprattutto mezzofondisti... ma con grande spazio alla pista): si chiama Younger Legs for Old Runners. L'intervista che segue (mia libera traduzione) mette a nudo un Bill Collins inedito, una persona genuina, modesta nonostante il passato e... il presente, quasi emozionante. Dal suo rapporto con la madre, all'importanza del calore della famiglia in ogni momento della vita, alla sua filosofia tradotta in un libro appena uscito. Per vedere la sua scheda clikkate qui...
  • Qui il link al bellissimo articolo
Ci sono superstar in ogni sport, cioè quegli atleti che gli stessi atleti si fermano a guardare. Nel golf c'è Tiger Woods, nel basket c'è Lebron James e Kobe Bryant. Nell'atletica master maschile invece c'è Bill Collins... e lo è ormai da due decenni. A differenza di molte altre star che si trovano tra i master e che danno il loro meglio una volta giunti nella loro mezza età, Collins è tornato per fare la star una seconda volta nella vita. E' stato infatti due volte campione statale sia nei 100 che nelle 220 yards durante le High School, 4 volte campione americano del Southwest mentre frequentava la TCU e due volte detentore di un record del mondo assoluto come staffettista USA, nella 4x100 (38"03 a Dusseldorf nel 1977) e nella staffetta indoor (2'01"10) al Madison Square Garden di New York nel 1981 (penso sia la svedese... n.d.r.). Ma cosa ha fatto Collins per tornare ad essere una star una seconda volta nella vita? Ebbene, si è presentato tra i master e ha battuto 25 record mondiali, vinto 127 titoli nazionali, vinto 27 titoli mondiali, nel 2006 è stato nominato dalla IAAF e dalla WMA Atleta Master dell'anno. Ah, e nel 2008 è stato nominato Master dell'anno per l'USATF (la federazione americana di atletica) quasi che ci fosse ancora uno spazio libero nel suo scaffale di trofei.
Così Younger Legs ha catturato Bill Collins (in senso metaforico, visto che è difficile fermare le gambe di Bill anche per un giovane...) per un botta-risposta sul suo passato, sul suo presente e sul suo meraviglioso nuovo libro che ha appena scritto, per poter condividere le sue conoscenze sulle metodologie d'allenamento con i suoi compagni.
  • YL: Stai correndo forte da molto tempo. Puoi raccontarci le tue prime esperienze con lo sprint?
  • BC: Da piccolo mi piacevano i blocchi di partenza. Ma non appena ho iniziato a frequentare le Junior High, non ero considerato molto veloce come sprinter. Potevo partecipare solo ai concorsi con la squadra della scuola, e non certo alle corse. Così ho iniziato come saltatore in alto. Sono poi entrato nella squadra di sprinter al secondo anno di liceo, e non ero comunque veloce. Anzi, a dire il vero, ero il secondo ragazzo più lento della squadra. C'erano un sacco di ragazzi che partecipavano ai concorsi che non riuscivo a battere. Una volta un lanciatore di peso venne da me e mi disse che l'unica ragione per la quale potevo batterlo era il fatto che era infortunato ad un bicipite femorale. Ero distrutto. Così mi dissi: perchè non provare il salto in lungo? Ed è ciò che ho fatto. Ma non volevo rinunciare alla velocità qualora mi si fosse ripresentata l'occasione. Così lavorai e lavorai, e alla fine dell'anno riuscii a correre una staffetta ed un paio di gare individuali. Il resto è storia.
  • YL: eri proprio determinato a fare lo sprinter?
  • BC: una volta intervistarono mio zio e gli chiesero perchè non tentassi di correre le lunghe distanze. Quando mio zio mi riportò la domanda io gli risposi: "perchè correre a lungo quando puoi correre veloce?".
  • YL: hai provato altri sport nella tua vita, o c'è stata solo l'atletica?
  • BC: ho giocato a football e baseball. E' incredibile l'energia che ti danno certi sport e ne ho ricevuta molta da questi due. Ma ho continuato a rompermi le ossa col football e ho preso un colpo di mazza sulla bocca nel baseball. E così è finito tutto.
  • YL: davvero??
  • BC: Amavo il football. Ma volevo essere presente ad ogni partita. Così ci rimettevo sempre le dita e così me le sono praticamente rotte tutte. Mi sono rotto pure un braccio non appena ho tentato di fare un tackle difensivo. Così mia madre decise che per me il football era stato sufficiente. Nel baseball devo dire che ero un eccellente giocatore. E probabilmente avrei continuato con quello sport. Poi però un weekend sono andato a giocare un pickup game (una partita non ufficiale, come quelle di basket per strada... n.d.r.). Quella era il genere di cosa che durante la stagione non avrei mai fatto. Ma insomma, quel weekend mi andava di farlo. Nessuno voleva fare il catcher, così decisi di farlo io. Non indossavo nessuna maschera e indossavo solo un normale guanto per ricevere (per giunta non quelli da catcher). Durante un'azione di gioco, presi un brutto colpo di mazza sulla bocca e sul naso, che mi ruppe i denti anteriori. E mia madre decise che era la fine anche per quello sport. Comunque mia madre non era troppo appassionata di baseball. Molte volte, per allenamento, dovevamo prendere le palle senza guanti e terminavo gli allenamenti pieno di escoriazioni sulle mani e sul petto. Avevamo degli allenatori un pò pazzi allora... Comunque, a causa di un insignificate pickup game, dopo 45 anni devo ancora correre ai ripari. Proprio recentemente ho dovuto tornare dal dentista per farmi aggiustare una delle riparazioni originali.
  • YL: ok, torniamo in pista. Hai davvero gareggiato nella stessa squadra di Fred Singleton (campione americano negli ostacoli, coach di fama e il cui fratello ha giocato nei New York Mets) e Ken McBryde (altro campione del passato) e se sì, quanto eravate forti?
  • BC: Certo, eravamo tutti insieme al liceo. E credo si potrebbe dire che al tempo avevamo una gran bella squadra. Tornando agli anni '60, eravamo considerati una delle squadre più forti nella nazione. Nell'anno scolastico da senior, non abbiamo mai dovuto dare la rivincita a nessuno. L'ultima volta che abbiamo dovuto ricorrere alla rivincita con un'altra scuola è stato al termine del mio ultimo anno da junior contro i White Plains. Ma poi li battemmo di oltre 100 punti, arrivando tra i primi 4 posti ad ogni gara. Avevamo il miglior atleta in entrambe le gare di ostacoli, che era Fred Singleton. E avevamo il miglior triplista in circolazione, che era Ken McBryde. Ottenemmo due record nazionali indoor quell'anno. Ed io vinsi i campionati nazionali dello Stato di New York nei 100 e nelle 220 yds due anni di fila, quando ero junior e quando passai senior. L'unico atleta nella storia dello Stato di New York a riuscirci. Tutto chiaramente non è stato ottenuto senza lavoro specifico e preparazione. Non mi sono mai riposato un giorno. Durante l'estate tra l'anno da "secondino" e quella da junior, ho lavorato e lavorato. Una 20ina di noi decise di svegliarsi ogni mattina e correre con la squadra di cross country. E' stata dura. Dovevo svegliarmi alle 4:30 del mattino e prendere il bus. E agli orari in cui mi svegliavo non c'erano i bus della scuola, così dovevo prendere i bus delle linee regolari. Ma eravamo noi che lo volevamo e molto presto tutta la squadra iniziò ad avere quell'abitudine. Si dimostrò la forza della nostra volontà, la nostra etica del lavoro e del volere è potere. Quell'anno avevamo 127 atleti nella nostra squadra di atletica. Era più numerosa della squadra di football. Quando andavamo a gareggiare dovevamo prendere 4 bus... avevamo talmente tanti atleti!!
  • YL: pensi che i successi ottenuti nei primi periodi in cui praticavi sport, possano aver alimentato l'atteggiamento positivo che hai mantenuto verso questo sport?
  • BC: il rinforzo positivo l'ho avuto dai miei genitori. All'inizio, quando non vincevo, ero lo stesso un campione agli occhi dei miei genitori. Quando non andavo bene, non lo si poteva dire certo dentro casa mia! Mia mamma è venuta a vedermi solo 3 volte. Con i suoi turni e il suo lavoro, non aveva molto tempo per venirmi a vedere. Non poteva avere giorni liberi sul lavoro. E' mancata nel 1985 e avrei tanto voluto che avesse avuto più tempo per vedermi correre di più. La più grande cosa che ha fatto mia mamma per me è stato venire al mio secondo anno di liceo. Mi fece sedere e mi parlò. Mi disse che le mie capacità atletiche erano dove dovevano stare e diversi college sarebbero stati interessati. Ma vide anche che il mio livello accademico non era alla pari delle mie capacità sportive. Mi disse solo: nel caso fosse arrivata una richiesta da un college, avrei avuto le capacità per frequentare quella scuola? E non ebbe più bisogno di dire altro. Mi misi a studiare duramente. E' il tipo di lezione che si impara presto. Non appena "senior" ebbi 247 offerte di borse di studio. E siccome avevo studiato duramente, potei fare la mia scelta. Molti miei compagni avevano avuto lo stesso tipo di offerte, ma non furono in grado di affrontarle. Questa è stata la cosa più importante che probabilmente ho imparato da mia madre. Era la mia più grande fan, e purtroppo non poteva essere lì in tribuna a guardarmi. Comunque sia, qualunque cosa fosse successa nella mia carriera, ho sempre potuto tornare a casa e avere l'amore della mia famiglia. Questa è la cosa più importante. Tornare a casa e avere l'amore della propria famiglia.
  • YL: a che punto della tua vita ti sei accorto che dovevi rimanere nella velocità?
  • BC: paradossalmente l'ho capito dopo anni di infortuni. Proprio a causa degli infortuni sono stato costretto a studiare, a cercare la strada per allenarmi e gareggiare senza infortunarmi. Contemporaneamente per massimizzare la piena abilità di correre con facilità.
  • YL: hai metodi di allenamento fenomenali, che in pratica mixano lavori di resistenza, lavori in pista, lavori di base. E ora hai scritto un libro su di essi, in cui tu sveli i segreti su di essi per raggiungere il successo. Puoi dirci qualche cosa su questo libro?
  • BC: Ovunque io vada, mi chiedono le stesse cose. Come ti alleni? Come riesci ad ottenere grandi prestazioni anche con l'età che avanza? Cosa mangi? Cose come queste. Ho pensato fosse il tempo di svelare questi segreti e farli conoscere. Come ci si allena a questa età? Tutti pensano che ci si debba allenare come quando avevamo 20 anni, e così generalmente si fa. Tendiamo a bruciare le tappe. Invece il libro parla della pazienza. La cosa più importante è invece non bruciare le tappe. Un sacco di persone e famigliari ci fanno pressioni, come quella di andare a farsi una partita di baseball. E gli uomini spesso ci si buttano, salvo poi trovarsi infortunati sui divani a leccarsi le ferite. Le donne invece ci pensano prima... loro non corrono dietro a queste cose. Prima si preparano. Hanno una differente filosofia. Parlo molto di loro nel mio libro: uomini contro donne nel loro approccio psicologico alle cose. Pensiamo a quando eravamo bambini: potevamo giocare da mattino a sera. Potevamo mangiare di meno e sicuramente potevamo non pensare all'idratazione. Ma come atleti in età avanzata, le cose si sono invertite. Prima dobbiamo rifornire il corpo ed idratarlo, prendersi cura della preparazione. Poi possiamo uscire ad allenarci. Una delle cose critiche in questo mio approccio agli allenamenti, è che bisogna mettersi in testa che bisogna fare un cambio nella nostra vita. E spesso il cambio nella nostra vita non è accettato da tutte le persone che conosciamo. Questo può includere la famiglia e gli amici, che magari vorrebbero andare ai party o fare qualcosa del genere. E dicono cose come "ma perchè devi fare cose come questa?" o "ma perchè lo stai ancora facendo?" Loro lo pensano perchè siccomo loro stessi non lo vorrebbero fare, non lo dovremmo fare nemmeno noi. Ci sono state persone che hanno provato il mio programma e che poi mi hanno detto "ho tanti nuovi amici adesso, perchè i miei vecchi amici non mi accettavano più". Questi sono i tipi di scelte che bisogna fare come atleti di una certa età e come nuovi adepti di una nuova era della nostra età.
  • YL: Bill, tu sei noto per essere partito in diverse circostanze senza blocchi. Hai qualche cosa contro i blocchi?
  • BC: Sono stato costretto a partire in piedi. Giocando una partita di football, mi sono stirato i muscoli addominali. Dopo l'infortunio non potevo più accovacciarmi sui blocchi, così ho iniziato a partire in piedi... solo per continuare a gareggiare.
  • YL: Abbiamo sentito dire che hai avuto un serio infortunio al bicipite femorale, con alcune cicatrici.
  • BC: Questo successe anni fa, quando ero al liceo. Dopo i campionati dello Stato, avevo un piccolo dolore al bicipite. Avevamo in programma un'altra gara, ed avevo proprio voglia di correre per essere pronto per il Golden West Invitational. Ma la mia gamba aveva iniziato a farmi davvero male. Così andai dal medico che mi fece un'iniezione di cortisone. Bè, non senti nulla dopo un'iniezione di cortisone. Così mi faccio la mia gara di 220 yds e a circa metà della curva, il mio bicipite esplose. Ero in terza corsia. E quando esplose finii in ottava corsia e quindi nell'erba. Ci vollero due anni prima che potessi sprintare ancora. Quella è stata l'ultima volta che ho fatto una puntura. Non ho mai preso nulla. Dovrei essere probabilmente sul mio letto di morte anche per prendere un'aspirina.
  • YL: questa cosa è simpatica, anche perchè l'altro miglior master maschile del pianeta, Nolan Shaheed, non prenderebbe nemmeno un'aspirina.
  • BC: Nolan è un gran-gran ragazzo. Abbiamo spesso parlato insieme quando ci siamo trovati alle gare. Ho comunque avuto sempre la fortuna di gareggiare con grandi atleti in questo sport: Payton Jordan è stato uno di questi. La prima volta che l'ho battuto da master, lui aveva pensato che qualcuno avesse sbagliato a prendere i tempi. Ma lui è un gran bravo ragazzo. Questo è sport... ci sono tante persone che puoi ammirare. Questo sport ti dice tutto sulle persone. E questo è anche quello di cui parla il libro, mostrando quello che ho imparato e quello che ho pensato. Ognuno ha un campione dentro di sè.
  • YL: tu hai contribuito al record del mondo della 4x100 nel 1977 con gli USA. Cosa si prova?
  • BC: è stato il mio primo record, e avvenne in Germania con la squadra nazionale americana. Quel record fu l'unico ottenuto durante quei campionati. Sembrava una gran cosa. Ero stracontento per l'orgoglio che aveva provato mia mamma, che mi aveva visto in TV, proprio perchè non mi aveva visto molte volte al college.
  • YL: hai subito una rarissima sconfitta ai Campionati Americani Indoor Master del 2009 a Landover, nel Maryland. Abbiamo saputo che avevi una frattura da stress al piede destro. Puoi dirci qualche cosa su quei Campionati, cosa si provava a correre con quel microtrauma, e come hai gestito l'infortunio?
  • BC: la pista piatta (Landover ha una pista di 200 metri completamente piatta, senza curve rialzate) non è stato un luogo adatto per correre una frattura da stress. Non potevo spingere con la gamba esterna ed è diventato un pò troppo doloroso correre in quelle condizioni. Sui 400 sono partito piano cercando di uscire nel secondo giro. Avevo tanta paura di procurami qualche serio infortunio alla gamba. Ma non voglio togliere assolutamente nulla al vincitore. Ha fatto la gara della vita! I medici cui mi sono rivolto mi hanno detto che la frattura permarrà e che non guarirà finchè non mi fermerò per due o tre mesi. Non penso possa andare peggio di così. Devo solo convivere col dolore. I Penn-Relays si stanno avvicinando e ho deciso di non correre i 100. Ho deciso di correre sicuramente la 4x400 e forse la 4x100. Bisogna solo vedere come andrà.
  • YL: senza svelare i segreti del tuo libro, puoi darci un consiglio veloce per un vecchio sprinter che si allena o che intende tornare ad allenarsi?
  • BC: Solo prendersi tutto il tempo utile e che sarà comunque necessario fare un piccolo lavoro. E comunque cercare di divertirsi il più possibile.
  • YL: ok, ma puoi dirci qualche cosa su Bill Collins che non ci hai detto?
  • BC: Per quelli che mi hanno visto solo da lontano alle gare: io non sono l'uomo bianco più veloce della terra... io sono Nero!!

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