14/11/12

Viaggio verso le elezioni Fidal: qualche considerazione e la corsa per la Fidal Campania

Il cardinale Richelieu
Mai come quest'anno si è assistito alla pubblicazione dei programmi elettorali dei candidati alle diverse cariche presso i diversi organi territoriali della Fidal. Addirittura dopo la mia prima abiura contro la condizione di inconoscibilità dei candidati consiglieri da parte dei potenziali elettori, sono comparsi diversi programmi proprio di quest'ultimi sul sito della Fidal Lombardia, cosa mai accaduta prima nella storia delle elezioni Fidal a nessun livello. Bellissimo. Comunque vada, un successo della democrazia, contro l'oscurantismo degli anni precedenti che era in parte figlio della complessità del metodo elettorale, in parte figlio doloso di un certo modo di fare le elezioni nel nostro mondo sportivo. Un programma mette le persone nell'obbligo di dover rispondere delle proprie promesse di fronte ai propri votanti. E quanto più pindarici saranno i voli nelle promesse elettorali, quanto più pesante sarà il tonfo finale di fronte all'elettorato. Di contro, chi riuscirà a mantenere la parola, avrà dalla sua il consenso, quanto meno morale. Chiaramente c'è chi ritiene di non doverne presentare di programmi: basta il nome, sembra volerci dire. E così, di programma in programma, pensate un pò, manca ancora quello del Candidato Presidente Galattico Darth Morini, del quale siamo ancora in frenetica attesa. Mi domando: com'è possibile che nel frattempo vengano eletti delegati in suo nome senza sapere nemmeno cosa voglia fare un domani? E' un attentano alla democrazia e alla logica. Il programma doveva essere presentato prima della prima elezione sul territorio, non alla fine. Mah...

Quindi il trionfo di una sorta di voto di scambio: io ti voto per... il programma? Ma se non c'è! Per suicidarmi come negli ultimi otto anni? Perchè sei bello tu e brutti loro? Ma mi metto anche nei suoi panni, che è stato il Richelieu di Arese per otto anni, ovvero il Cardinale plenipotenziario della politica della Fidal, mentre il Re Luigi XIII, Arciduca di Centallo (CN), governicchiava ignaro (ormai sono quasi certo) di quanto gli stesse avvenendo a corte per mano dei suoi stessi più stretti consiglieri. Richelieu non ha un programma e non può averlo, lo sa benissimo pure lui: chi gli crederebbe dopo otto anni del genere? La cosa surreale è la presenza di persone che sostengono questo candidato, ovvero un certo modo naif e simpatico di suicidare l'atletica. Ma qualcuno di loro, può dirmi una sola ragione-una per cui uno dovrebbe rivotarli? Una, non ne chiedo tante.... magari anche solo l'avverarsi della profezia dei Maya a sole due settimane dalle elezioni di Milano, perchè no? Per questo, secondo me, molto meno prosaicamente, il vero senso del programma Moriniano è andato in scena in Lombardia, il 13 ottobre, al grido: "loro sono peggio di noi". Io non conosco loro, ma di sicuro tutti conoscono voi. Per me una pagina da girare velocemente. Tornerò sull'argomento e sulla necessità, fondamentale, di cambiare le regole delle elezioni: non è possibile un sistema così artefatto e bypassabile e corruttibile. Ogni società sportiva dovrebbe votare direttamente il Presidente Federale e non eleggere delegati per farlo in vece loro. Il Presidente Federale rischia allo stato attuale delle cose ed in via teorica, di governare con una giunta di oppositori. Perchè invece non limitarsi a votare un Presidente che presenta una sua squadra e che viene eletta in blocco con la sua elezione? Per come sono formulate oggi le norme, sarebbe come se nel Governo Berlusconi fosse imposto come ministro della Giustizia, Antonio Di Pietro. Non c'è una effettiva libertà di movimento politico-organizzativo in un organismo del genere, anche se di fatto, nell'ultimo consiglio federale, se gli oppositori fossero davvero esistiti, probabilmente avranno subito tutto a loro insaputa.

E poi... perchè non dare più peso elettorale (comprendo come non si possa concedere un voto pro-capite ad ogni società, visto il numero di società "fuffa" dislocate sul territorio) a chi ha più tesserati e chi porta più giovani a fare atletica, e non a chi compra tutti i propri atleti al mercato del bestiame o si fa pagare dallo Stato (da noi) gli atleti "prestati" dai gruppi sportivi militari (prestati da noi cittadini, che gli paghiamo lo stipendio) per partecipare ai campionati di società (la manifestazione che consegna più "voti" alle elezioni)?

Cioè, come sempre detto: noi paghiamo con le nostre tasse atleti che gareggeranno per soggetti privati. Non è tollerabile! Come se personalmente mi prendessi un bel giorno un carabinieri a gratis, distraendolo dal suo servizio di pattuglia sul Radiomobile a disposizione della la collettività, per tenermelo davanti a casa mia, nel giardino a fianco dei miei nanetti di marmo e farmi da body guard. Vi va bene? Un atleta militare, care mie belle società civili, deve essere patrimonio della collettività, dello Stato, di tutti, quindi, in ultima ratio, di utilizzo esclusivo (della sua professionalità, ovvero delle sue capacità fisiche) della società militare di cui fa parte come tesserato e soprattutto come appartenente alle Forze dell'Ordine. Punto. Bisogna trovare un altro escamotage per rintuzzare la perdita di investimento delle società civili (che è indubbio e cui bisogna sicuramente dare una risposta) ma la soluzione non deve essere di certo a carico di tutti i cittadini italiani, no?

Questa è la prima rivoluzione dell'atletica italiana, cioè quella di dare molto più peso (e risorse) a chi l'atletica la fa in periferia, che perde la propria esistenza su piste in cemento, al buio, con la neve, strappando i ragazzini al calcio, alla pallavolo, alla x-box e alla wii, sacrificando le proprie giornate gratis e non a chi fa una serie di telefonate per raccogliere gli atleti in giro per l'Italia per organizzare il viaggio alle tre fasi dei c.d.s.. Dai!

Pubblico adesso i programmi dei candidati presidenti per la Campania, ovvero di Sandro Del Naia e del presidente uscente Nicola Candeloro. Tantissime proposte, articolatissime, talvolta incredibili, alcune di fatto irrealizzabili, alcune carine, altre rivoluzionarie, diverse surreali... ma tant'è: anche questa è politica. Il bello di internet è che tutte queste "intenzioni" rimarranno nell'etere in eterno (a dispetto di quelle del passato, di cui non c'è memoria) e potranno essere utilizzate... contro di loro. O a loro favore, perchè no? Bisogna essere ottimisti ogni tanto. Qui sotto il programma di Del Naia, poi, subito sotto, quello di Candeloro.


12/11/12

Atleti Lombardi! E' ora di votare per poter cambiare! Sabato a San Donato alle 15:30

Questo è un appello a tutti gli atleti maggiorenni lombardi, regolarmente tesserati per questa stagione. Di parole se ne sono dette tante, propositi altrettanti, rabbia ne abbiamo da vendere, ma ora se vogliamo davvero cambiare le cose, è ora di fare una semplice cosa. Venire a Votare a San Donato al Corwn Plaza questo sabato pomeriggio, all'elezione per i delegati al consiglio nazionale in quota atleti. Non basta più lamentarsi su facebook: ora vi si dà l'opportunità di fare una cosa concreta, ovvero cercare di cambiare questo mondo con la semplice presenza e un voto, e non importa francamente a chi: è il gesto per dire che ci siamo. Personalmente ci sarò, mi sono candidato come "delegato" all'assemblea nazionale, per avere poi la possibilità di eleggere un atleta che ci rappresenti davvero in seno al Consiglio Nazionale, cosa che non è affatto successa... da mai! E mi vien da chiedere: a cosa servivano gli "atleti" eletti in Consiglio Nazionale, se gli atleti sono stati le vere vittime di tutti i mandati federali? 

Quindi vi esorto a trasformare la rabbia in un gesto. Una questione semplice, che porterà via un paio di orette, ma che risulterà fondamentale se vorremo cambiare il modo in cui è gestito questo sport. Lo strapotere del mondo dirigenziale sull'atletica odierna ha reso questo meraviglioso sport ormai senza più attrattive, fatto ad immagine e somiglianza di presidenti senza più velleità e senza alcun entusiasmo, vecchio, pieno di norme incoerenti, di persone che non lasciano le cadreghe manco a morire e dove l'atletica di base è l'ultimo dei loro pensieri: per queste persone conta esclusivamente il campionato di società, e non come tutti noi che "viviamo" l'atletica sui campi di gara e sulle piste di allenamento. 

Tutti i programmi letti in questi giorni parlano di tutto, ma nessuno, dico nessuno, si sofferma sulla massa di atleti che costituisce la stragrande maggioranza dei tesserati. Spazio ai giovanissimi, ai raduni, ai tecnici, agli atleti forti, alle società... ma a tutti quelli che compongono le serie dalla seconda in poi? Nulla. La massa è stata dimenticata da tutti, come se i numeri li facessero i convocati ai mini-raduni di Chiuro. Invece dobbiamo pretendere che le gare vengano organizzate meglio qui in Lombardia, non gli standard bassissimi che cui ci hanno costretto da anni (e costoro che non se ne sono mai accorti, si ripresentano pure tutti in blocco...). Ho assistito a qualche battuta del Consiglio morente, e nessuno di loro che si sia soffermato sui punti qui sotto:
  • conferme iscrizioni sempre in orari antelucani e immediata chiusura delle stesse, con l'onere di presentarsi ore e ore prima della propria gara. Gente che deve sperare di avere degli amici in loco per non vedersi chiusa la possibilità di gareggiare, magari dopo aver appena finito il lavoro. In Lombardia, con 10 milioni di abitanti, non si riesce a tenere una persona sul banco delle iscrizioni per tutta la durata di una manifestazione, così da consentire alle persone di arrivare fino ad un'ora prima della propria gara e potersi organizzare la giornata e quindi non dover per forza passarsi una giornata in tribuna. Ormai lo fanno da tutte le parti, tranne qui in Lombardia, dove ai dirigenti di questo mandato non gliene è fregato nulla di come venissero organizzate le gare.
  • Nel 2012 la Lombardia è l'unica regione che non riesce ad avere un orario-gare pubblicato prima che le gare inizino. E io avevo già inviato una lettera in tal senso almeno 15 anni fa. Non gliene può fregar di meno di permettere alle persone di sapere l'orario preciso e a quello attenersi. In Lombardia è quasi sempre tutto "a seguire". Disorganizzazione pura! E il Comitato Regionale, che ha fatto? Possibile che nell'era del Sigma, dove è possibile conoscere tutti i tempi impiegati per ogni batteria di tutte le gare guardandosi gli sterminati archivi, non si possa fare una stima dei tempi necessari tra una gara e l'altra? In realtà sarebbe facile, forse troppo, ma perchè perder tempo per consentire alle persone di organizzarsi? 
  • Guardate la foto qui sopra: è la partenza dei 400 dei c.d.s. di Busto Arsizio di quest'anno. Nelle gare a serie, dove qui in Lombardia si assiste anche 20 o 25 batterie, perchè assistere ancora alle scene dove il branco di atleti deve seguire il giudice di gara? Questa è dimostrazione di poco rispetto verso gli atleti, di scarsa organizzazione. Il giudice, spesso, è stizzito e si comporta male con gli atleti, che in procinto di gareggiare vorrebbero solo concentrarsi su di essa e non dover concentrarsi sul giudice che come un menestrello decanta le serie... e mai tutte, solo un paio per volta! Ma non vi riempite di indignazione di fronte ad un atteggiamento del genere? Tutti a continuare a fare pellegrinaggi dal giudice per sapere la propria serie? Eppure basterebbe appendere su una dannata bacheca a ridosso della partenza i fogli con le serie: il Comitato Regionale non ha i soldi per la bacheca e per i fogli A4? E' troppo difficile mettere gli atleti a loro agio? Ma lo sa il comitato Regionale deve la sua esistenza in quanto la sua missione è quella di consentire gli atleti di svolgere l'attività agonistica al meglio?
  • L'attività indoor in Lombardia è stata di fatto commissariata. Si può chiamare attività indoor un paio di tunnel? La Lombardia? Con milioni di metri cubi di capannoni sfitti? Sapete qual'è la verità? E' che questa Fidal Lombardia non intende minimamente dotarsi di una pista COMPLETA indoor. Non vuole distrarre dal proprio portafoglio quello che sarebbe un affitto e il pagamento delle bollette per 2 soli due mesi per non doversi privare dell'attività di piccolo cabotaggio da agenzia di viaggio, per raduni ormai senza senso e che da soli costerebbero come l'affitto di cui sopra. Fra poco quei raduni non ci saranno più per mancanza di materia prima... Non si vuole poi portar via potenziali-iscritti all'attività dei palazzetti esistenti... Ma poi, voi non pensereste che per l'attività su una pista (completa) indoor ognuno di noi verserebbe anche 5 € a gara? Non coprirebbero queste entrate parte di quelle uscite per l'impianto? Ed infine, ma le risorse della Fidal Lombardia non sono di tutti? Possibile che i "tutti" sono solo la minima parte del totale? Lo sforzo economico si doveva tentare da anni, non far finta di nulla e mettere la testa sotto la sabbia come stanno facendo da secoli.  
  • E che dire come sono stati trattati i master in Lombardia? Non dobbiamo dimenticarci che di fronte alle norme ammazzamaster, in Lombardia si è assistito ad un inasprimento delle stesse e addirittura ad un'interpretazione ancora più ristretta che andava contro la norma stessa, con prese di posizione dure da parte dei dirigenti federali, contro l'interesse e lo Statuto. Chi rappresenta il comitato, se lo dimenticano spesso, è lì per favorire l'attività sportiva, non per limitarla, che è stato il leit motiv di questo mandato. Inasprirsi sulle norme fino a diventare surreali e superare la volontà del legislatore: incredibile. La Lombardia è la regione con più master in Italia, ed è quella che ha consentito la peggior ghettizzazione degli stessi: mi sono arrivate lamentele di master non ammessi ad almeno 4 meeting lombardi, per i quali erano chiuse le iscrizioni addirittura per i master M35 e M40, nonostante si dovesse recuperare i punteggi del c.d.s.. Qui si vedono i principi di un Comitato: se è dalle parte degli atleti o se gli è contro. La Fidal Lombardia degli ultimi 8 anni è stata contro la stragrande maggioranza degli atleti. 
Per tutto questo e per molto altro, che ho raccontato in tutti questi anni in cui scrivo sulla rete, chiedo a chi ci tiene davvero di venire sabato pomeriggio a votare (magari con una delega di un altro atleta, qui il modulo) alle ore 15:30 al Crown Plaza. Entro le 16:00 bisognerà consegnare l'eventuale delega di un altro atleta. C'è possibilità anche di candidarsi sul posto (ne servono una decina), per creare una corrente avulsa da Aresiani, Giomiani, da tutti quelli che hanno interessi a garantirsi un posto per non far nulla, ed arrivare a candidare uno di noi (il cui nome avrei già individuato) per il Consiglio Nazionale. Qui sotto trovate la convocazione (la convocazione). Se si manca questa volta, sarà inutile lamentarsi... poi. Dai, cavolo!

11/11/12

Alberto Juantorena a Brescia domenica 18 novembre


Personalmente farò di tutto per esserci. Domenica 18 a Navazzo, in provincia di Brescia, vicino al Lago di Garda, presso l'Hotel Running Club, alle ore 10:30. L'appuntamento per chi ci sarà, è quello con una living legend dell'atletica mondiale di sempre, ovvero Alberto Juantorena, chiamato "el Caballo". Juantorena sarà il testimone d'eccezione per il battesimo della Collezione Ottavio Castellini, una raccolta che annovera una biblioteca interamente dedicata all'atletica, tomi  relativi alle Olimpiadi, posters, medaglie, ammennicoli vari relativi a questo meraviglioso mondo. Ottavio Castellini è uno statistico bresciano della IAAF, diventato nel tempo amico del campione cubano. 

Per chi non conoscesse invece Juantorena, basta ricordare la settimana che l'ha portato direttamente nel Walhalla, ovvero quella durante le Olimpiadi Estive di Montreal 1976: in quella occasione ottenne una doppietta che era riuscita solo all'americano Paul Pilgrim alle olimpiadi del decennale ad Atene, nel 1906, e che con la estrema specializzazione degli ultimi anni, sarà praticamente impossibile da qui all'eternità: 800 e 400. Tra l'altro con due prestazioni rimaste scolpite nel marmo della storia dell'atletica: 1'43"50 (l'allora record del mondo) sugli 800 e l'incredibile tempo di 44"26 sui 400, al termine di 7 turni tra le due distanze. Quel tempo, allora, lo poneva come terzo di sempre sui 400 dopo il duo americano delle meraviglie di Città del Messico, Lee Evans e Larry James, che nell'anno di grazie 1968 primi nella storia dell'uomo, scesero sotto la barriera dei 44" sul giro. Gli stessi, quello stesso anno, corsero vicinissimi ai 44", ad Echo Summit, ponendo così il tempo di Juantorena come 5° di sempre. Oggi, a 36 anni di distanza, il 44"26 colloca el Caballo al 23° rango di ogni tempo sui 400 e 56° sugli 800, con l'1'43"44 stabilito nel 1977 (altro record del mondo). Naturalmente Juantorena è entrato nella storia anche per l'innato talento: dopo solo un anno di allenamenti, lasciato il basket, arrivò a 46"07 sui 400. Per uno spaccato della sua carriera, vi rimando alla pagina di wikipedia, che trovate clikkando qui

Flash Elettorali: chi vince e chi perde e cosa dice la stampa


  • Sicilia: dal Giornale di Sicilia: "Fidal Regionale, elezioni in un clima di veleni". L'articolo di Rosario Mazzola parla di un clima di veleni precedente alle elezioni che si terranno oggi. All'elezione, si legge "si arriva con la rinuncia del presidente uscente Paolo Gozzo e con cinque neo candidati alla presidenza". L'articolista sembra essere orientato, sentite: "un derby tra vecchi e nuovi volti, tra chi può essere considerato componente importante della storia siciliana della "regina" dello sport e chi, cpm freschezza, si pone come alternativa giovanile di rinnovamento". 
  • Puglia: Angelo Giliberto, presidente uscente, è stato rieletto con 2556 voti contro i 1038 di De Palma. 
  • Veneto: vince il presidente degli ultimi 12 anni, Paolo Valente. Nell'assemblea di Borgoricco, Valente ha ottenuto il 52% di voti, contro il 34% di Oddone Tubia e il 13% di Vito Vittorio

10/11/12

Yoshihide, il fenomeno venuto dal Giappone. 10"19 sui 100 a 16 anni

Sono coloro che vivono lontani dalle eco dal mondo nipponico non sapeva che il Sol Levante aveva prodotto finalmente un prototipo di missile terra-aria da direzionare verso la Jamaica. Un ragazzino di 16 anni, 17 a dicembre, Yoshihide Kiryu, che corre i 100 metri in 10"19 con 0,5 di vento. Pazzesco. Ora, chi pensa che il ragazzo sia esploso solo l'altro ieri, sbaglia: il 5 di ottobre, a Gifu, corse batteria, semifinale e finale dei 100 metri al National Sport Festival. Risultati? 10"34 in batteria con 0,9 di vento, 10"48 con -1,6 e in finale... 10"21 con vento praticamente nullo (0,1). Quindi, un 10"19, quello ottenuto una settimana fa a Fukuroi, assolutamente nelle corde del giovanissimo giapponese. Visto che sto snocciolando tempi quasi a raffica, comprendiamone anche il significato: il tempo di 10"19 è infatti il record mondiale allievi, che batte proprio il suo 10"21. Rappresenta anche il record junior e allievi asiatico, e naturalmente tutti i record giapponesi per età. Il precedente record mondiale allievi era il 10"23 (1,2) di Rynell Parson, americano classe 1990, quest'anno 22enne. Già... e nel frattempo che fine ha fatto Rynell dopo il tempone del 2007? Ebbene, quel 10"23 rappresenta ancora il suo Personal Best. Da allora non mi è dato di sapere se sia diviso con il football (cosa molto probabile), ma si registra un 10"24 dell'anno scorso e un 10"36 quest'anno, dove però ha raggiunto un 6"66 sui 60 indoor. A 10"23, nella categoria allievi, c'era arrivato anche la meteora nigeriana Tamunosiki Atorudibo, ma nel 2002, lui che è del '85.  Proprio quell'anno giunse 4° nei 100 ai Mondiali Allievi di Kingston, in Jamaica. Due anni dopo Atorudibo arrivò a 10"07, partecipò ai mondiali di Parigi del 2003, ma l'anno scorso galleggiava già sui 10"80... quindi, su un campione comunque molto ridotto, due baby-fenomeni poi ritornati ampiamente nei ranghi. Il record jamaicano, giusto per prendere una Nazione a caso, è il 10"27 di Jazeel Murphy, corso solo l'anno scorso. Ai mondiali Junior di Barcellona, il ragazzo è sceso a 10"25 e 10"29 in finale (5°). Yohann Blake alla stessa età correva in 10"33Adam Gemili, il nuovo giovane fenomeno brits, a 17 anni correva in 10"80... un viaggio a curvatura rispetto a Yoshihide. 

Tornando a Yoshihide, impressiona anche la sua scalata alla lista all-time giapponese dei 100 metri. Col 10"19 si piazza infatti al nono posto a  pari merito, in una classifica guidata dal primatista Koji Ito, che nel 1998 era riuscito a correre sulla border-line della leggenda, fermandosi a 10"00... per un solo centesimo e sarebbe stato il primo asiatico sotto quella barriera. Giusto ricordare che lo sprint ghiapponese, quest'anno ha messo in luce anche Ryota Yamagata, classe 1992, capace di correre in 10"07 alle Olimpiadi di Londra (e 10"10 in semifinale) sul palcoscenico più importante della sua vita. Quest'ultimo, come ricordato più volte, è il ragazzo giunto alle spalle di Galbieri ai mondiali allievi di Bressanone del 2009. Prima di quest'anno, Kyryu, da 15enne correva in 10"58, che non è affatto male... Ora, come si scriveva sopra, bisognerà vedere se il fenomeno avrà una crescita anche "solo" normale, perchè vorrebbe vederlo scendere sotto i 10" già l'anno prossimo. Oppure a poco tornerà a poco a poco nella normalità come Atorudibo e Parson.  

Fidal Trentino: il programma di Malfer e lo spazio al GGG

Fermo restando la democraticità delle scelte, risulta sempre un pò triste vedere come vi siano regioni che non riescano a imbastire una vera e propria contesa elettorale, lasciando un solo candidato a imporre di fatto il proprio programma. Naturalmente nessuna colpa da parte dell'unico candidato, ma molte responsabilità da parte di chi non ha il coraggio quanto meno di mettere sul tavolo nuove idee che potrebbero essere da pungolo al futuro presidente. Quello che segue è il programma del Presidente uscente della Fidal Trentino Giorgio Malfer, (già in carica nei precedenti due mandati) che nella propria "squadra" che guiderà l'atletica regionale per il prossimo quadriennio ha inserito pure il giavellottista Norbert Bonvecchio. Elezioni il 17 di novembre, come molte delle elezioni regionali italiane della Fidal. Leggendo il programma, risulta curiosa la grande enfasi sul Gruppo Giudici Gare, settore che evidentemente nelle scorse annate avrà presentato delle criticità. 

09/11/12

Lazio: il programma del Candidato Presidente Roberto De Benedittis

Devo dire che la mia iniziativa ha avuto un certo successo: dopo l'esposizione del programma del candidato Siciliano (il cui portato elettorale è durato solo un giorno, visto che la Fidal ha visto bene di usare la falce tanatologica sull'atletica catanese), mi sono arrivati diversi programmi che a poco a poco vedrò di pubblicare. L'aspetto fondamentale è infatti la trasparenza delle intenzioni, che potrà essere valutata in ogni momento da chi vive la realtà in cui il programma dovrebbe essere tradotto in fatti. Questa è la volta del candidato per la Presidenza del Lazio Roberto De Benedittis, che ha proposto un progetto in 15 punti intitolato "Una Federazione al servizio delle società". Non commento i contenuti, nel nome della par condicio (ma lo farò in maniera spietata per i candidati lombardi, concedetemi almeno questo). Vi lascio quindi alla lettura del programma. In calce al programma, in un altro file separato, troverete invece il curriculum vitae di De Benedittis. 

Curriculum Roberto De Benedittis 2012

08/11/12

Barbara Ferrarini: doppio record italiano nel pentathlon

Barbara Ferrarini - foto R. Passerini
Quando ormai la stagione sembrava conclusa, ecco che arrivano alla spicciolata altri record italiani (o migliori prestazioni italiane) dalle varie gare autunnali. Mi mancano dei record sul miglio, ma non riesco a trovarli... se qualcuno fosse all'ascolto. Quindi, ecco la notizia di giornata: Barbara Ferrarini torna a far parlare di sè fragorosamente, con una doppietta di primati in un solo giorno in una gara autunnale a San Giovanni Lupatoto, nel veronese. La prima botta arriva con il 5,04 con 0,3 di vento nel salto in lungo, che è il nuovo record italiano F45, stabilito dalla lombarda che è al suo primo anno nella categoria. Tradotto in AGC fa 78,70%, che equivarrebbe ad un 5,92. Nella cronologia Barbara supera la prima donna italiana sopra i 45 anni ad aver raggiunto i 5 metri, ovvero Rossella Zanni, che ad aprile a Modena saltò 5,00. Il record precedente era il 4,98 di Carla Forcellini, che era durato ben 8 anni. Il record è caduto durante l'eptathlon lì svoltosi, gare di prove multiple atipica ma di cui lo stesso vengono tenuti i record italiani master. Proprio nel compound di gare multiple (200, alto, lungo, peso e 800), la Ferrarini è entrata nuovamente nel libro dei record, totalizzando il punteggio di 3769 punti, ovvero 1500 punti in più della prestazione complessiva di Maurizia Perin, che aveva sommato 2247 punti nel lontano 2003. Sempre per la Ferrarini sono 3 i record in dotazione: i due qui descritti e quello sempre nel pentathlon, ma nella categoria F35 con 3060 punti. 

Tsunami sull'atletica siciliana dopo l'invasione lettone: azzerata l'atletica catanese

Sono ben 3 gli atleti lettoni (dei 9 squalificati totali) che hanno partecipato alle Olimpiadi di Londra di quest'anno e che rischiano di guardarsi la stagione 2013 dalle sponde del Mar Baltico o sotto le falde dell'Etna. Pensate... Proprio ieri pubblicavo il programma del Professor Pisana raccolto dal candidato alla Presidenza regionale, il Signor Leonardi, che ne aveva sposato i dettami nei propri intenti elettorali, e oggi non si scopre che proprio su Leonardi e a decine tra dirigenti, tecnici e atleti tesserati per tre società catanesi è scesa la mannaia del Collegio Giudicante della Fidal? Collegio  convocato per giudicare alcune presunte irregolarità comminate dai responsabili di 3 società etnee nel tesseramenti di alcuni atleti stranieri. Ieri si è appunto espresso e il giudizio è stato un'iradiddio! Squalifiche, radiazioni, ammende: tutto lo scibile in campo delle sanzioni comminabili appioppate dalla predetta Commissione alle tre malcapitate società, in relazione ad una vicenda che appunto vede da una parte 9 atleti lettoni, dall'altra i team catanesi e in mezzo i rispettivi tesseramenti. Si legge sul sito della Fidal: "I fatti contestati sono relativi alla natura della documentazione utilizzata dai tre club al fine di ottenere il tesseramento presso la Fidal di un gruppo di atleti stranieri".

Tra i dirigenti radiati spicca appunto il citato Leonardi, che sarebbe dovuto essere uno dei 5 candidati alla Presidenza della Fidal Sicilia, le cui elezioni si terranno questo fine settimana, nonchè presidente della Asd Gioadventures G.A.M.E., società che dovrebbe pure pagare un'ammenda di 10.000 euro. Nell'edizione odierna del Giornale di Sicilia, il Dirigente ha però fatto sapere che non intenderà rinunciare alla candidatura "pronto a difendersi nei gradi di appello ed anche con la giustizia civile". Per gli atleti stranieri, si prevede invece una brutta sorpresa: probabilmente con colpe per loro minime rischieranno infatti un anno di sospensione, visto che il "fascicolo" d'indagine sarà trasmesso alla IAAF.

Vediamo invece gli altri squalificati, così come indicato nel sito della Fidal, con qualche dato ottenuto dalla rete. Nonostante si parli di tre società distinte, tutti gli atleti coinvolti sono appunto lettoni.

Asd Sport Club Catania (CT075): esclusione dalla affiliazione

  • Arena Davide (presidente): radiazione
  • Aliquò Luigi (dirigente): radiazione 
  • Cuva Lidia (dirigente): radiazione 
  • Cuva Olga (dirigente): radiazione 
  • Pankins Nikita (atleta): squalifica mesi 12 (escluso il periodo già scontato) - atleta lettone nato nel 1992, con un personale di 7,51 nel lungo outdoor e 7,60 indoor. E' arrivato in finale ai campionati europei Junior di Tallin l'anno scorso e ha partecipato ai campionati mondiali allievi sia di Moncton che di Bressanone. Ha partecipato anche nella 4x100 dei campionati Europei di Helsinki con la propria nazionale. 
  • Pupois Normunds (atleta): squalifica mesi 12 (escluso il periodo già scontato) - in realtà nelle banche dati c'è un Normunds Pupols, e non Pupois, sempre lettone. Sarà lui? Penso di sì: nato nel 1984, altista con un PB di 2,28, ha partecipato ai campionati europei di Gotebord del 2006 e quelli di Barcellona del 2010. Ma anche agli euroindoor di  Parigi '11, Torino '09, Birmingham '07. Presente anche alle Universiadi di Shenzen dell'anno scorso, Bankok ed Izmir. 

Asd Gioadventures G.A.M.E. (CT0324): ammenda Euro 10.000 (diecimila)

  • Leonardi Sebastiano (presidente): radiazione 
  • Ardizzone Giuseppe (dirigente): squalifica anni 3 (escluso il periodo già scontato) 
  • Biancarosa Emanuele (dirigente): squalifica anni 3 (escluso il periodo già scontato) 
  • Regalbuto Matilde (dirigente): squalifica anni 3 (escluso il periodo già scontato) 
  • Ozola Linda (atleta): squalifica mesi 12 (escluso il periodo già scontato) - lanciatrice lettone del 1993, era presente ai campionati europei junior di Tallin dell'anno scorso. Personale di 13,71. 
  • Matule Santa (atleta): squalifica mesi 12 (escluso il periodo già scontato) - triplista lettone del 1992. La troviamo in finale a Bressanone '09 (12^) ai mondiali allievi. Sarà presente anche a Moncton nel 2010, mondiali junior, e a Tallin l'anno scorso, agli europei junior. 
  • Grabuste Aiga (atleta): squalifica mesi 12 (escluso il periodo già scontato) - probabilmente l'atletica più famosa del lotto. Heptathleta del 1988, con già all'attivo due olimpiadi (Pechino '08, 19^ e Londra '12, dove non ha concluso). Presente anche agli ultimi 3 mondiali: Osaka '07 (17^), Berlino '09 (13^), Daegu '11 (12^). 4^ agli europei di quest'anno ad Helsinki, e poi una lungo rosario di partecipazioni a tutte le manifestazioni internazionali indoor. Insomma, sarebbe una vedette anche qui in Italia, e rischia di passare il 2013 a guardarsi le gare da... Catania o Tallin? 
Asd Pol. Libertas Catania (CT073): ammenda Euro 10.000 (diecimila)

  • Guerrera Anna (presidente): radiazione 
  • Bonaccorsi Gregorio (dirigente): squalifica anni 3 (escluso il periodo già scontato) 
  • Castronovo Sergio (dirigente): squalifica anni 3 (escluso il periodo già scontato) 
  • Fichera Giuseppe (dirigente): squalifica anni 3 (escluso il periodo già scontato) 
  • Karulis Jurgis (atleta): squalifica mesi 12 (escluso il periodo già scontato) - velocista di seconda fascia lettone, del 1993, con risultati non memorabili (fino ad oggi): ha fatto una fugace partecipazione a Bressanone nel '09 (fuori nettamente in batteria).
  • Urtans Maris (atleta): squalifica mesi 12 (escluso il periodo già scontato) - atleta già maturo del 1981, e lanciatore come non se ne vedono in Italia da qualche anno. Personale nel lancio del peso di 21,63 (del 2010), mentre quest'anno ha lanciato "solo" 19,84. Anche per lui due olimpiadi, Pechino e Londra, due mondiali, Osaka e Berlino, 3 europei con il 4° posto di Barcellona, e anche per lui europei e mondiali indoor. 
  • Jansons Janis (atleta): squalifica mesi 12 (escluso il periodo già scontato) - decatleta non eccelso del 1990, ma con spiccate doti di saltatore verticale e orizzontali. 
  • Arents Mareks (atleta): squalifica mesi 12 (escluso il periodo già scontato) - astista del 1986 (naturalmente lettone come tutti gli altri), con un personale di 5,60 stabilito quest'anno. Era presente alle olimpiadi di Londra di quest'anno (fuori in qualificazione). 

07/11/12

Arrivano i programmi! Qui la proposta per la Fidal Sicilia da parte del Prof Pisana

Come avevo annunciato, ho messo a disposizione le pagine web del mio sito a tutti quei candidati a qualsiasi livello e a qualsiasi carica che avessero avuto un programma da pubblicizzare. Naturalmente connessa a questa facoltà, c'è un aspetto positivo (la visibilità) ed uno negativo, ovvero la possibilità di essere valutati, visto le pagine su internet rimangono per qualche strano disegno algoritmico, in eterno. Ma questo è un precetto della democrazia: la trasparenza e la possibilità di valutare chi chiede una preferenza nel corso della sua attività elettiva. Qui sotto troviamo una proposta del Professor Salvatore Pisana, responsabile del mezzofondo della Fidal Sicilia. Riporto una parte della mail giuntami ieri: "Il candidato alla presidenza della Fidal Sicilia Nuccio Leonardi ed i suoi collaboratori, hanno sottoscritto la proposta presentata reputando il progetto dinamico e innovativo volto a premiare quanti lavorano in nome e per conto dell'atletica. "Questo sarà il nostro programma, e quanti vogliono partecipare al nostro progetto possono farlo proponendo e sentendosi parte della nostra famiglia" le parole di Leonardi". Qui sotto il programma approvato dalla cordata del candidato presidente Leonardi, che non so se sarà candidato unico o dovrà passare attraverso qualche sfida elettorale.

Programma Sicilia

05/11/12

Candidati! A voi il mio sito, a vostra disposizione!

Ma non vi sembra strano che si stiano svolgendo in questo periodo le elezioni Federali della Fidal a tutti i livelli, con decine di Consiglieri regionali impegnati nelle campagne elettorali e che di nessuno di loro si sappia proprio nulla (o molto poco)? Chi sono? Cosa fanno o hanno fatto nel nostro sport? Cosa li spinge a presentarsi? Ma soprattutto... ma che diavolo di Programma hanno intenzione di presentare per convincere le società a votarli? Siamo invece di fronte ad una particolarissima campagna elettorale dove nessuno dice niente di sè e dove (quasi) tutti si gettano nella battaglia esclusivamente sulle conoscenze personali. Non mi sembra normale... o magari mi sbaglio, non lo so. Però i meccanismi sembrano (visti da fuori) intimamente e spudoratamente perversi: nessuno, sembra, potrà essere votato per le proprie idee di cui dovrebbe essere latore (non capisco come altrimenti potrebbero diffondere le proprie idee) ma esclusivamente su una campagna di rastrellamento di voti in virtù delle amicizie personali. Le derive di questo secondo moto di accaparramento del voto lo possiamo vedere a tutti i livelli della nostra povera Nazione: purtroppo è dell'uomo chiedere (quasi sempre) qualcosa in cambio di qualcos'altro. Sarà mai per questo che tutto va a rotoli? 

Mi metto così dall'altra parte della staccionata, nelle vesti del giovane Presidente di una società da 10 voti (il minimo sindacale) che vuole provare l'ebbrezza di presentarsi all'Assemblea elettiva regionale e "dovrebbe" fare una scelta sulla base di quello che dicono questi candidati. Nel famoso pomeriggio del Crown Plaza (quello delle registrazioni) ho fatto caso anche alle presentazioni di alcuni candidati Consiglieri regionali: ebbene, nessuno di loro ha parlato di come avrebbe cambiato l'atletica lombarda (allo stato attuale imbalsamata da una classe dirigente davvero segnata dagli anelli ), uno straccio di idea, ma esclusivamente riferimenti al proprio fattivo passato. Legittimo, ma bisogna anche capire chi si ha di fronte... no? Che idee avranno? Non lo sapremo (forse) mai.

Così ho deciso di fare questa cosa: offrirò (assolutamente gratuitamente) uno spazio sul mio sito, nella zona riservata alle news e con costanti rimandi sulle pagine facebook e Twitter di Queenatletica, a tutti quei candidati alle prossime elezioni federali di qualunque carica e a qualunque livello (persino per le cariche Presidenziali). Certamente non è il sito della Fidal, ma un piccolo ritorno vi sarà comunque, lasciando comunque traccia nella rete (quindi in "eterno") dei propri intenti e delle proprie idee. Per trasmettere i propri programmi e i propri intenti, basterà contattarmi a questo indirizzo queenatletica@gmail.com, e in breve tempo pubblicherò quanto mi sarà trasmesso. Fino ad adesso sulla rete, ho scorto esclusivamente il programma del nuovo movimento di rinascita dell'atletica sarda (dopo 32 anni, che diventeranno 36, di impero della medesima persona) e quello di Edgardo Barcella, vanificato (al momento sub judice) da la mancata accettazione della sua candidatura. Naturalmente, non dovesse arrivare nulla (cosa che temo), bè sarà la certificazione che il sistema si sente bene così. 

04/11/12

Detto-Fatto: Boranga mondiale nel triplo

Boranga nella foto della Fidal Emilia
A chiamarli nel 99,9% dei casi i record non arrivano. I record hanno una loro storia, una loro sacralità, una loro aura che li rende "difficili" oltre ogni ragionevole dubbio, anche quando sembrano essere alla portata di mano. Così le dichiarazioni di Lamberto Boranga sul tentativo di record sarebbero potute apparire un pizzico azzardate, tra l'altro nella pianificazione di un record on track da farsi a Novembre. Era anche la prima volta che sentivo di una gara su pista a Novembre, a dire il vero. A San Marino lo fanno, ed è stato un bene. E così l'ha promesso, è stato scritto su alcuni quotidiani, e alla fine è arrivato puntuale. Record del Mondo nel salto triplo, nella categoria M70, quella che a livello internazionale Lamberto ha raggiunto solo 4 giorni fa. Il risultato ufficiale ancora non ce l'ho, e per il momento ci rifacciamo a quanto riportato sul sito della Fidal Emilia Romagna e alla foto di Lamberto con il tabellone indicante il risultato: 10,75, ovvero 4 centimetri in più del risultato più lungo della storia ottenuto da un over 70 prima di lui, ovvero il 10,71 del jap Kyushichiro Shimizu, stabilito nel 2010 a Maebashi. La sua serie, stando alle cronache, si sarebbe caratterizzata da un 10,57, il record del mondo a 10,75 (con 0,3 di vento) e quindi 10,68, seguito da tre nulli. Non arrivano gli 11 metri, con i quali si sarebbe garantito un lungo regno di imbattibilità, ma importante era comunque scrivere il proprio nome nel libro dei record. L'anno prossimo si vedrà. Il 10,75, tradotto in AGC rappresenta un 97,28%, ovvero un triplo da 17,79 se saltato da un ragazzo nel pieno delle proprie capacità.


Aggiorniamo così la lista dei record mondiali outdoor attualmente detenuti dagli italiani, che salgono a 19. Nell'ultima mia uscita avevo dimenticato i record della marcia e della strada. Rimedio.


  • 200 M8534"24 - Ugo Sansonetti - Caorle - 20/06/2004
  • 400 M4047"81 - Enrico Saraceni - Aarhus - 28/07/2004
  • 400 M9095"04 - Ugo Sansonetti - Lahti - 07/08/2009
  • 10000 M6034'14"88 - Luciano Acquarone - Turku - 20/07/1991
  • 3000 siepi M408'38"40 - Angelo Carosi - Firenze - 11/07/2004
  • alto M452,04 - Marco Segatel - Cernusco s/n - 19/07/2007
  • lungo M655,47 - Lamberto Boranga - Lubiana - 27/07/2008
  • triplo M7010,75 - Lamberto Boranga - San Marino - 03/11/2012
  • lungo M952,14 - Giuseppe Ottaviani - Cosenza - 30/09/2011
  • triplo M954,46 - Giuseppe Ottaviani - Cosenza - 01/10/2011
  • disco M7055,27 - Carmelo Rado - Chiuro - 30/09/2007
  • disco M7549,21 - Carmelo Rado - Besana Brianza - 05/10/2008
  • decathlon M507556 pt - Hubert Indra - Milano - 29/06/2007
  • pentalanci M755306 pt - Carmelo Rado - Biella - 26/10/2008
  • marcia 3 km pista M6013'11"15 - Graziano Morotti - Milano - 25/05/2011
  • marcia 5 km pista M3518'30"43 - Maurizio Damilano - Caserta - 11/06/1992
  • marcia 10 km strada M5546'32" - Graziano Morotti - Grottammare - 24/10/2010
  • marcia 20 km strada M551h33'38" - Graziano Morotti - Lugano - 02/04/2006
  • marcia 50 km strada M554h23'34" - Graziano Morotti - Rosignano - 11/02/2007

03/11/12

Record master femminili: l'ultima carrellata con la sensazionale Alma Wieser

Manuela Levorato (foto runners.it)
100 F35 - Manuela Levorato migliora in pochi giorni (10 per la precisione) il record italiano F35 dei 100 metri, portandolo prima a 11"75 a Faenza, poi, sempre in Emilia, a 11"73. Prestazione che nella seconda metà dell'anno, la colloca sicuramente tra le prime 2/3 interpreti dello sprint azzurro assoluto, e tutto questo con solo un mese di Contest. Il tempo la collocherebbe all'11° rango mondiale delle atlete sopra i 35 anni, in una classifica comandata dalla Uzbeka Guzel Khubbieva, capace di un sontuoso 11"22 in questa stagione. Nella stessa classifica si trova Debbie Ferguson McKenzie (11"26), Christine Arron (11"27), Joice Madouaka (11"52), pezzi di storia atletica moderna. Quella che segue invece è la cronologia recente del record:
  • 12"01 (0,3) - Lusia Puleanga - Bovolone - 04/07/2009
  • 11"86 (0,7) - Elena Sordelli - Gavardo - 21/05/2011
  • 11"75 (-0,2) - Manuela Levorato - Faenza - 12/09/2012
  • 11"73 (0,4) - Manuela Levorato - Modena - 22/09/2012
200 F45 - non mi ricordo se non ne avessi già parlato, ma è interessante ripercorrere la storia di uno dei record più ambito e più battuti del masterismo femminile italiano, ovvero quello dei 200 F45. L'ultimo capitolo l'ha scritto a Fermo, il primo di luglio, Annalisa Gambelli, arrivata a 27"12 con vento 0,8. Tra l'altro ottenuto nell'ultimo anno di categoria, che, per chi non lo sapesse, rappresenta un'impresa nell'impresa. Qui sotto la ricca cronologia del record. 
  • 27"7m - Umbertina Contini - Padova - 30/05/1999
  • 28"34 - Elena Montini - Salò - 26/07/2009
  • 28"30 (0,3) - Daniela Ferrian - Mondovì - 02/06/2010
  • 27"6m - Daniela Ferrian - Villanova - 15/07/2010
  • 27"66 - Giuseppina Perlino - Chiasso - 21/08/2010
  • 27"50 (0,0) - Giuseppina Perino - Milano - 06/10/2010
  • 27"45 (0,8) - Marta Roccamo - Enna - 03/07/2011
  • 27"12 (0,8) - Annalisa Gambelli - Fermo - 01/07/2012
200 F65 - Maria Giuseppina Sangermano, durante la finale dei Campionati Europei Master di Zittau ha invece migliorato di un centesimo il suo stesso record: 32"49 vs 32"50 ma con 0,7 di vento contrario. La Sangermano detiene anche il record indoor con 32"84

400 F40 - Emanuela Baggiolini sempre a Zittau, migliora invece il record dei 400 F40, allora detenuto da una delle icone del masterismo femminile italiano, ovvero Rosa Marchi: 58"74 a 58"83. In AGC il tempo di Emanuela fa 89,39%, cioè equivalente ad un tempo di 53"25 se convertito. 

400 F55 - sorprendente anche e soprattutto il miglioramento del record italiano di categoria da parte di Daniela Stelori, che è riuscita ad abbassare il primato da 1'09"7 di Anna Micheletti sino al 1'08"16 corso a Rieti a metà settembre, passando per il 1'09"26 di Roma di inizio luglio. Ad onor del vero si era inserita nella cronologia per una 40ina di giorni Angela Pachioli, autrice di un 1'09"27, un solo centesimo peggio del tempo poi ottenuto dalla Stelori. 90,27% l'AGC del tempo ottenuto, equivalente ad un non disprezzabile 52"73... Il risultato di Rieti porrebbe la Stelori al 9° rango mondiale di categoria. Qui sotto la cronologia recente.
  • 1'10"13 - Anna Micheletti - S. Benedetto d/t - 24/05/2008
  • 1'09"7m - Anna Micheletti - Valmontone - 31/05/2008
  • 1'09"27 - Angela Pachioli - Parma - 30/05/2012
  • 1'09"26 - Daniela Stelori - Roma - 07/07/2012
  • 1'08"16 - Daniela Stelori - Rieti - 15/09/2012
3000 F70 - nel silenzio pneumatico della rete, arriva questo risultato che è francamente sensazionale, sul quale forse bisognerebbe indagare. 13'31"15 di Alma Wieser, dell'Amateur Sport Club Bergamo, che abbatte di 1'10" circa il precedente record di Bruna Miniotti (14'44"24), e che rappresenta l'enormità di un AGC di 97,32%, ovvero un 8'35"2 se commutato (cioè inferiore addirittura al record italiano assoluto femminile, l'8'35"65 di Roberta Brunet). Andando sulla pagina del sito Fidal, si evince come la Wieser avesse corso l'ultima volta una mezzamaratona nel 2007 e come abbia tabellato solo 4 gare in 3 anni. La prestazione è a meno di 10" dal record del mondo di categoria dell'australiana Sandy Brunner, che ad aprile, ad Adelaide corse in 13'21"93. Tempo che è anche a meno di 7" da quello europeo di Eefriede Hodapp, 13'24"78 a Rastatt nel 2006 che rappresentava prima della Brunner il vecchio record del mondo. 

5000 F50 - Il record di Nadia Dandolo, 18'13"35 ottenuto durante la vittoriosa finale dei 5000 agli Europei di Zittau, è stato ottenuto però dalla veneta nella gara... W45! Infatti come è arcinoto, a livello internazionale conta la data di nascita, e non l'anno. Ma in Italia il record si è rovesciato naturalmente sulla categoria F50, dove prima di questa prestazione era tabellato il 18'19"51 di un'altra CEO del masterismo italiano, ovvero Maria Lorenzoni, corso nel 2009. 

maratonina F45 - Maria Grazia Roberti, a Brescia pochi giorni fa, diventa la prima donna over-45 a scendere sotto l'ora-e-venti nei 21 km e spicci della maratonina.  1h19'57" il nuovo record italiano, che cancella l'1h20'02" di Maria Cocchetti corso nel giugno dell'anno scorso a Cantù. 

200HS F40 - Ancora Emanuela Baggiolini, che a fine settembre stabilisce con 29"88 (-0,7 il vento), il nuovo record italiano, abbassando il 30"29 con vento nullo di Cristina Amigoni (risalente al 2009). 

giavellotto F50 - a Novara, nella finale dei C.D.S. master, prestigioso record per Waltraud Mattedi, capace di spostare l'asticella del record F50 di oltre un metro, ovvero dal 35,76 di Giuliana Amici (Misano, giugno del 2006) a 36,86

1000 E MIGLIO M55 - la già citata Maria Lorenzoni, perde sì il record dei 5000 per piede di Nadia Dandolo, ma dall'altra parte si consola con i record F55 dei 1000 e del miglio. Il chilometro lo demolisce di ben 17": 3'29"07 contro il 3'46"38 precedentemente tabellato di Cinzia Barletta, stabilito nell'aprile di quest'anno. 85.28% l'AGC. Nel miglio il tempo di 5'45"50 cancella il record di una vedette del masterismo femminile, ovvero Lucia Soranzo, che nel 2005 a Misano Adriatico corse in 5'54"7

Alla lista mancano ancora i record del miglio di qualche giorno fa... nei prossimi giorni l'aggiornamento definitivo con le statistiche dei record italiani del 2012. 

La Repubblica contro i vecchi dirigenti dello sport italiano

E' passato ormai un pò di tempo, ma continuano a ripresentarsi situazioni che impongono di parlarne. Infatti, è stata singolare la bordata da parte del quotidiano milanese al mondo sportivo italiano (qui l'articolo). Con chiosa finale davvero illuminante su come la pensi il Presidente cadente, il plenipotenziario Gianni Petrucci, ovvero colui che ha difeso Arese mostrando il petto alle raffiche di kalashnikov che piovevano sull'imprenditore cuneese ad ogni clamorosa debacle. Mi piacerebbe che Milena Gabanelli, la mia giornalista preferita (una volta mi ha pure telefonato!) un giorno si soffermasse per una puntata intera sullo sport italiano. Poi, a me Petrucci non piace proprio: incarna il peggio della politica che agisce nel nome della politica e dell'affermazione personale, e che quasi sempre ha perso il senso della propria missione. Tra l'altro, non pago di gestire in maniera cieca lo sport italiano, ecco che nel frattempo si è fatto eleggere pure sindaco di un paesino: giusto, no? Accumulatori di cariche, necessità di bramare il potere, di dire alle persone quello che devono fare. Il politico non ha doti divinatorie, non è ubiquo, non può essere in due posti contemporaneamente, mentre evidentemente loro si vedono così... andateglielo a dire ai poveri paesani che si vedranno il Sindaco rapito dalle trasferte della Nazionale di Pallacanestro (oggi Petrucci, ineleggibile al CONI ha ripiegato sul basket). Sapete cosa dà fastidio? Che nonostante il Coni sia il tipico baraccone all'italiana gestito come tale, il Presidente della Repubblica abbia contattato proprio Petrucci per fargli i complimenti dei risultati azzurri alle Olimpiadi... Forse al Presidente bisognerebbe che qualcuno spiegasse come lo sport italiano in realtà sia l'esaltazione del self made man (or woman), ovvero il frutto dell'abnegazione dei singoli piuttosto che dall'organicità che la presenza di un "comitato olimpico" suggerirebbe.

La squallida immagine dello sport italiano sta tutta nella cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra: mentre tutte le rappresentanze del mondo mostravano la vitalità, i colori e la gioia giovanile dello sport, l'Italia presentava il suo bell'esercito di dirigenti 70enni davanti a tutti, anche agli atleti, relegati nell'occasione tutti rigorosamente nelle retrovie. La faccia più tosta possibile della politica che invade anche lo sport. Del resto, secondo voi, perchè Arese non è mai stato defenestrato quando per molto meno, altre federazioni dell'Era Petrucci sono state commissariate? I pezzi del puzzle a poco a poco si stanno sistemando.  Sul CONI e le mani che ha allungato sull'atletica, lasciatemi qualche giorno, e ci disegnerò il "teorema" che ora mi è più che chiaro, e che tocca molti protagonisti di queste elezioni federali.

Ora, è chiaro, non è che il mondo debba escludere le persone anziane o con una certa età dalla gestione delle cose... pubbliche. Ma è anche vero che non deve avvenire il contrario, come invece adesso sta avvenendo. Le persone "anziane" non se ne vanno più, e siccome i posti sono una risorsa scarsa, li tolgono inopinatamente ai giovani o a chi ha idee "nuove". Questi signori hanno esautorato qualunque spinta al cambiamento. Questi maneggioni hanno creato nel tempo labirinti di norme che di fatto, oltre che ad impedire la democraticità delle scelte, impediscono qualunque movimento ascensionale dei giovani o di chi vorrebbe dire qualche cosa di nuovo. E naturalmente l'atletica rappresenta l'immagine migliore: il "capo" settantenne che per parlare di "rilancio" invoca il ritorno al "saio" e agli anni '70, questa l'immagine migliore fornitaci in 8 anni. Ma ad Arese, non finirò mai di dirlo, per quanto amasse l'atletica, non gli interessava  più di tanto questo mondo, visto i ruoli apicali che rivestiva in diverse aziende... ma ancora qualcuno pensa che tutti quegli incarichi importanti, un indotto difficilmente comprensibile dal sottoscritto, un fatturato non certo da Partita IVA, probabilmente migliaia di contatti da gestire personalmente... con tutto questo posso abbia potuto interessare realmente quello che combina, che so, Andrew Howe?

Altro esempio Scorzoso, l'attempato Richelieu de noiartri, che ha trascinato il suo disagio interiore sul mondo master cercando di inventarsi continuamente nuove norme che ricoprissero di ridicolo tutto uno sport, come ha avuto il coraggio di gridare ai quattro venti il suo compagno di ventura in Consiglio Andrea Milardi. Nonostante tutto è il candidato unico per la Presidenza Fidal delle Marche: le Marche, evidentemente, hanno deciso di non rinnovarsi, di tornare indietro.

Poi come dimenticare Migliorini, classe di ferro 1938, candidatosi a 33 anni dal primo incarico (noto) in sede Fidal, avvenuto nel 1979, ancora in lista per il posto di consigliere regionale lombardo! A proposito... ma pensate un pò: due dei firmatari della famosa lettera di solidarietà al padrone, Migliorni e De Feo, sono stati nominati referenti per il mondo master per quest'ultimo mandato. Ebbene, si ricorda un periodo peggiore per il mondo master italiano che quello dell'ultimo quadriennio? Il mondo master su pista sta vivendo un periodo di recessione, non giriamoci attorno, ed è supportato esclusivamente dai tesserati della strada, cui non importa proprio nulla di Fidal, tesseramenti, politica, medaglie...

E tutti gli altri? Adriano Rossi, vicepresidente, classe 1940, si è pure fatto un piccolo periodo da presidente vicario nel 1989 (c'era ancora il muro di Berlino in piedi allora). Angelotti lo si conosce da illius temporibus (purtroppo), e poi girando per l'Italia ci sono situazioni al limite del World Guinnes Record, tipo la presidenza ininterrotta della Fidal Sardegna da 32 anni...

Domanda, anzi, affermazione: qui sopra vi sono gli indizi per capire perchè mai una società, intesa come ragnatela di uomini, idee, intenti, lentamente, molto lentamente come l'inamovibilità dei suoi vertici, muore. 

02/11/12

La crisi dell'atletica Sarda - di Gianluca Zuddas

Pensavate che ci si fermasse all'atletica nazionale e al più, a quella Lombarda? Macchè: su mia richiesta, dopo aver visto su facebook un chiaro fervore da parte di alcuni atleti e tecnici dell'atletica sarda, ho voluto chiedere ad uno di loro, Gianluca Zuddas, sicuramente tra i più attivi e più preparati, di scrivermi qualche cosa della situazione dell'atletica isolana. La cosa sorprendente è sicuramente la longevità Andreottiana del presidente regionale, che, sembra, dopo 32 anni di presidenza e con la futura ulteriore candidatura unica, raggiungerà i 36. 36 anni di Presidenza Federale reginoale: ed io che storcevo il naso perché da noi, nelle terre del quadrifoglio verde (appassito a tutti i livelli, invero) si presenteranno due persone che sono lì, nelle stanze del potere lombardo, da più di 20 anni. Cadreghismo patologico. Ora, come sempre detto, le persone saranno sicuramente ottime e oneste, aspetti sui quali non si può certo sindacare, ma com'è dimostrato in tutti i campi della vita, rimanere in un posto pubblico (o similare) per così tanto tempo significa essenzialmente una cosa: la morte delle idee, l'assenza di iniziative davvero incisive in questo particolare momento storico, l'inamovibilità, l'incapacità di saper cambiare il modo di vedere il mondo. E' normale, è naturale: ognuno è figlio del proprio tempo. Non può essere una buona cosa ricoprire un incarico pubblico per quasi 40 anni, dai. In poche parole: una continua corsa verso l'appiattimento, che come vedremo nella particolareggiata analisi di Gianluca, si è riversata su tutta l'attività sportiva con ovvie ricadute sugli aspetti tecnici. Però, come sta già succedendo da altri parti, c'è qualcuno che non ci sta più e si stanno organizzando le prime forme di "resistenza" alla gerontocrazia che ormai la fa da padrona nel mondo dell'atletica italiana. L'Italia, in tutti i campi, ha saltato almeno 3 generazioni di dirigenti e politici: ci troviamo così sfasati di una quindicina d'anni almeno rispetto al panta rei delle società di uomini: da una parte la richiesta di innovazioni, dall'altra i piedi di piombo di chi è figlio, per fortuna o purtroppo, del proprio tempo. Del resto questa è la vita e di sicuro il fatto che molte persone nei ruoli apicali delle piramidi sociali non si spostino, fa sì che molte altre ai piani più bassi rimangano eternamente imbottigliate.

Errata Corrige: Vistalli resta a Bergamo

Nell'ultimo articolo relativo a Claudio Licciardello e la sua non-partenza per la Dinseyland dello sprint, avevo concluso il post ipotizzando ("sembra") che Marco Vistalli, il più forte 400ista italiano degli ultimi due anni, sarebbe potuto andare negli USA pure lui. Errato: le mie fonti (non univoche) evidentemente non avevano informazioni esatte, così l'ipotesi non è veritiera. Contattato dai diretti interessati la notizia è stata smentita categoricamente: Vistalli sta bene a Bergamo e si allena bene con il suo coach Barbieri. Bè, peccato per la mancata esperienza (ipotetica). 

01/11/12

Riflessioni sui tecnici italiani: come li vedo e come li vedrei

Mi inerpico in un campo minato, ma dopo quasi 30 anni di atletica alle spalle (praticata), penso di poter dire qualche cosa, anche se molto marginalmente. Volevo parlare dei tecnici italiani, limitandomi esclusivamente al mio vissuto, quello di sprinter (purtroppo già master) e su come guardandolo da fuori quel mondo sia davvero un mondo troppo poco organizzato, troppo chiuso alle nuove idee, troppo dogmatico e troppo poco ancorato alla scienza e molto più al "sentito dire", al copia-incolla dell'allenamento millantato dal coach del campione di turno.  

Fortuna - Ho avuto l'enorme fortuna di conoscere già 35enne una persona completamente avulsa dal nostro sistema-atletica, che non ne conosceva la terminologia che ogni organizzazione si crea, i "tempi", i modi: del resto ogni contesto nella vita crea reti di persone che condividono una propria lingua, determinati atteggiamenti, anche una strutturazione piramidale tacita, basata esclusivamente sul "risultato", com'è giusto che sia in un mondo come quello di uno sport. Grazie a Valerio nella mia limitatissima esperienza di sprinter 40enne, sono tornato ad ottenere prestazioni molto vicine ai risultati dell'inizio degli anni '90, ovvero ogni tanto qualche puntata sotto gli 11" (anche se ventosi, o in altura, ma vi assicuro che l'ebbrezza del sub-11" con qualunque condizione per un atleta scarso come me è come quella del sub-10" per uno evoluto) e ad avvicinare la barriera dei 22" sui 200, che vi assicuro a 40 anni comporta davvero un enorme sacrificio soprattutto di tempo. Il fisico non è quello del 20enne, si sente, la voglia com'è noto è pari, le conoscenze e l'esperienza si è moltiplicata. Ma il primo fattore è decisamente più impattante di tutti gli altri messi insieme. Ma come dicevo è arrivato nella mia carriera sportiva una persona completamente avulsa dal "nostro" contesto, che a differenza di molti coach che ho conosciuto nel corso della mia carriera sportiva, partiva da un approccio completamente diverso sia relazionale che "scientifico". Grazie alla curiosità della persona, l'intelligenza, l'apertura mentale, internet e forse anche il fatto di non aver fatto parte del "sistema" è risultata decisamente quella  più preparata nello sprint che abbia mai conosciuto. Potrei dire che forse è la più avanti... ma non conosco tutti i coach, quindi...

Il modello - Di Valerio potete vedere già alcuni gesti concreti che vi raccontano l'approccio generale, ovvero diffondere informazioni: sul mio sito trovate i suoi scritti, messi a disposizione di tutti, che altro non sono che uno studio personale, profondo, storico, scientifico, fisiologico, e quel che più sorprende, completamente gratuito, e tutto quanto riguarda le teorie anche più sconosciute sullo sprintismo mondiale, e che ha previsto anche un reclutamento di edizioni quasi sconosciute di libri dei più impronunciabili tecnici russi, americani, canadesi... e italiani. Naturalmente questo non si può fare, senza che nel frattempo non si crei una conoscenza stratificata della fisiologia umana, cosa alla quale moltissimi tecnici italiani nemmeno si avvicinano se non per macroconcetti assolutamente fuorvianti. Negli atleti evoluti (sicuramente più di me) ad un certo punto della loro carriera scatta qualche cosa: vogliono sapere e vogliono capire quello che stanno facendo. Naturalmente meglio gli atleti "stupidi", quelli che non chiedono mai, ma di sicuro dover spiegare dei concetti aiuta anche chi è costretto a doverli spiegare. 

Il feedback - da atleta compassato, mi sono reso conto di una cosa. Anche nel mio periodo "aulico" è mancata una cosa: il feedback atleta-tecnico. Secondo me i programmi d'allenamento non dovrebbero essere principi scolpiti nella pietra, immutabili, granitici: il vero coach è quello che li sa modellare, stando nel disegno generale e nell'archetipo pianificato, a seconda dell'atleta e delle condizioni contingenti. Mi sono trovato nel passato a fare allenamenti fantastici e a continuare ad allenarmi nonostante sarebbe stato il caso di fermarsi per non compromettere lo stato di grazia e di contro a "dovermi" allenare quando non avrei potuto mettere insieme due ripetute. Il feedback è importante! Il dialogo del binomio atleta-tecnico è fondamentale per crescere un insieme: il corpo ha proprie risposte a determinati stimoli che non sempre (talvolta quasi mai) rispondono come si vorrebbe: l'atleta è in camera di regia del proprio corpo e deve sapere quello che gli succede e deve poterlo trasmettere, ma con una conoscenza che vada oltre il "sono stanco" o "sto bene". Il tecnico lo deve aiutare a capire, non deve limitarsi a prospettare il piano di allenamento. Ogni rapporto è una strada percorsa insieme, com'è possibile innestare altri percorsi forzatamente? 

I segreti "tecnici" - Ecco, la prima cosa che osservo nei tecnici italiani è quel senso di segretezza sulle proprie metodologie, sulle proprie esperienze che finisce per limitare essi stessi. Non ha davvero senso al giorno d'oggi fare i misteriosi sulle proprie conoscenze e sulle proprie esperienze, o rendere note solo quelle vincenti e non quelle perdenti, o solo quelle sensazionali e non tutta l'architrave del proprio pensiero. Soprattutto se lo si fa tutto senza percepire denaro per la propria mancata professionalità. In Italia sembra essere tornati all'epoca dei comuni, dove ognuno seguiva la propria strada nel proprio feudo, diffidando di tutti, sparlando di tutti e ritenendo la propria esperienza l'unica degna di nota. Poi arrivava la scorreria organizzata d'oltralpe e faceva tabula rasa. Mentre l'unione di conoscenze aumenta la conoscenza generale con fattori esponenziali, le conoscenze singole non si sommano affatto e fanno ristagnare quello che è il vero successo dell'uomo del XXI secolo, ovvero la conoscenza interrelazionale. La rete di conoscenze, il net, aumenta il valore medio delle conoscenze. I dogmatici sono destinati ad essere esiliati. 

Le conoscenze che si diffondono solo verticalmente e mai orizzontalmente - uno dei difetti che ho sempre notato nel mondo dei tecnici, è la direzione univoca della diffusione delle conoscenze. Uno ha un atleta forte, un top-sprinter, e a lui nessuno, sembra, potrà mai dire nulla. Lui dice e gli altri ascoltano. Devono ascoltare. Non c'è contraddittorio. Poi in Italia si è imposta una sola filosofia, tanto che ogni possibile variazione sul tema sembrava blasfemia. Oggi la rete ne ha demolite molte parti, anche perchè su alcuni assunti nessuno ha mai avuto le contropartite scientifiche: erano solo astrazioni di studi di 20 anni prima che nessuno si era più preso la briga di evolvere. Così si sono create deduzioni basate su altre deduzioni, basate a loro volta (spesso) su aspetti non verificati. In un modello di diffusione delle conoscenze del genere, com'era possibile far evolvere una corrente di pensiero "aperta", recettiva, dinamica, adeguata ai tempi? Poi conoscenze dispensate una-tantum, ovvero dispensate una volta per sempre, che nel breve lasso dell'ora di esposizione lasciavano (e lasciano) più dubbi che certezze, più critiche che consensi. Ma questo forma di dispensare le conoscenze è del resto tipica delle non-organizzazioni, cioè di quelle forme di associazioni per le quali per lavarsi la coscienza e poter dire di aver fatto qualche cosa, si fermano a quel momento istituzionale. Invece quante esperienze in più si potrebbero studiare se tutti facessero parte di un unico progetto. L'aspetto patologico del sistema (dalla sua assenza, direi), sono gli allenamenti fatti durante i raduni: uno che ha un titolo "Fidal", un giorno convoca l'atleta del tal tecnico e ci impianta il suo allenamento che durerà il breve spazio del raduno: l'ho sempre ritenuta una forma sgradevole di mala-organizzazione, di arroganza tecnica, di celodurismo forzato per dimostrate ai piani alti dell'organizzazione che "qualche cosa si sta facendo". 

Assenza di organizzazione - quello che mi ha sempre sorpreso guardando da fuori il mondo dei tecnici, è sempre stata la completa mancanza di organizzazione dell'intera categoria. Uno si sveglia al mattino, e si trova a fare il tecnico. Parte per la sua strada, mette insieme solitamente quelle che sono le sue esperienze personali e le applica ai propri atleti. Sentivo l'altra sera a Milano delle giuste considerazioni: ci sono magari due strutture, quella Regionale e quella Nazionale, che si sovrappongono, con atleti talvolta convocati contemporaneamente da due Fidal diverse. In realtà è difficile intravedere una struttura da qualche parte e chiaramente molto dipende dall'assoluto stato di volontarietà di cui la categoria è basata. Le risorse evidentemente se spese, sono state spese male per quel che si vede. Data la diaspora dei tecnici sul territorio, mi sembra pacifico che l'unico modello funzionale debba e possa essere piramidale (ovvero creare una gerarchia di tecnici basata sul merito) piuttosto che a raggiera, com'è adesso, ovvero con un tecnico "faro" che dovrebbe illuminare gli altri in quelle poche occasioni in cui vengono fatte delle riunioni. Questo metodo non serve a nessuno, come già detto: sembra, da fuori, quasi sempre una passerella di bellezza di chi "ha sfondato" con poche e scarse ricadute sul resto dei tecnici che tornano solitamente sulle propirie piste storditi e convinti che mozziconi di allenamento sentiti possono adattarsi ai propri atleti. Probabilmente bisognerebbe creare una gerarchia di tecnici dislocata sul territorio, non a due gradini (chi è "Fidal" e chi non lo è) basate su alcuni fattori come appositi esami sempre più complessi, il numero di atleti portati nelle classifiche regionali/nazionali, un parametro che soppesi anche gli abbandoni di atleti che lo stesso tecnico ha ricevuto (se uno ha 1000 atleti, è chiaro che statisticamente avrà più possibilità di emergere). 

Certificare l'unione tecnico-atleta - Per fare questo è necessario creare un vincolo scritto tra l'allenatore e l'atleta... mi spiego, da qualche parte qualcuno dovrebbe annotare chi allena chi, esattamente come si fa già in Inghilterra. Sulle graduatorie britanniche infatti, è presente accanto al nome dell'atleta, il nome del tecnico che lo allena. E clikkando sul nome del tecnico, si vedono tutti gli atleti allenati e quindi farsi un'idea se quello sia un tecnico di un solo atleta, un fenomeno, un fortunato o un paraculo. Insomma, l'organizzazione nasce strutturando i ruoli, non sperando che l'entropia generale si inculchi per osmosi nei tecnici. I tecnici devono periodicamente sottostare ad esami di valutazione, non nascere tecnico e rimanere tale con le conoscenze degli anni '70. La stessa ambizione a ricoprire ruoli "istituzionali" tra i tecnici, dovrebbe seguire un cursus honorum di alcuni step, non dovrebbe essere la chiamata del messia di turno. Tecnico della Nazionale non può diventare l'amico dell'amico, per intenderci, ma il migliore dei tecnici. Un premio anche alla carriera, se vogliamo. Un'articolazione più strutturata renderebbe anche più "spendibili" i ruoli al di fuori dell'organizzazione atletica: poter dire "sono un tecnico di prima categoria dell'atletica" (su una piramide di 3 o 4 step) piuttosto che dire "sono un tecnico Fidal" potrebbe avere nel lungo periodo una ricaduta professionale su chi più arriva in cima alla piramide grazie ai propri sforzi e anche fuori dal mondo dell'atletica. Oggi il livellamento è chiaramente verso il basso e nessuno, penso, ha capito come l'organizzazione sia strutturata e soprattutto tutti hanno capito che i criteri utilizzati, se utilizzati, non riguardino certo il merito. 

Perchè non valutare i tecnici? Così rilancio questa idea. A parte le conoscenze fisiologiche, metodologiche, scientifiche, che dovrebbero essere verificate periodicamente, perchè non valutare i tecnici sulla base dei propri atleti, ma non solo quelli "forti", ma tutti quelli a sua disposizione? Avere un atleta che da 11" che scende nella stagione a 10"50 sui 100 e che si allena con un compagno che con la medesima metodologia d'allenamento invece da 11" passa a 11"50 nella medesima stagione, dovrebbe portare ad una valutazione del tecnico in definitiva non così positiva, e più legata al caso. Questa sarebbe una valutazione obiettiva, perchè mi sembra che nel nostro recente passato troppi tecnici hanno fatto strada facendo macelleria di atleti e avendo la fortuna di averne trovato in definitiva uno che a quel macello è riuscito a far testa. 

Vabbè, era solo una riflessione da fuori.

Domani Lamberto Boranga attacca il mondiale del Triplo

Mi hanno segnalato un articolo comparso sul Resto del Carlino, l'edizione di Reggio Emilia. Come è noto l'altro ieri Lamberto Boranga, uno dei personaggi più noti non solo del masterismo italiano, ma di tutto lo sport (naturalmente viene spesso ricordato il suo trascorso come saracinesca di qualche squadra di Serie A come il Perugia, la Fiorentina, la mia Reggiana) ha compiuto 70 anni. E subito ha messo in cantiere quello che è il suo mantra che va dicendo da tutta la stagione: attaccare il record del mondo di categoria del salto triplo. Lo sapete tutti, no? I record a livello internazionale valgono solo se conquistati ad età acquisita e non già con l'entrata nella categoria di appartenenza, che in Italia come in quasi tutto il resto del mondo avviene al primo gennaio di ogni anno. Peccato per Lamberto essere nato praticamente a fine anno, con l'handicap quindi di avere solo una chance obiettivamente in questa stagione (non penso che a Novembre vi siano altre gare in pista se non forse nel Sud Italia) per entrare nella storia del masterismo mondiale. Storia, che a dire il vero, ne ha già registrato il suo ingresso in pompa magna agli europei outdoor di Lubiana 2008, laddove ottenne il record del mondo di salto in lungo M65 con 5,47.

Altrimenti bisognerà rimandare tutto alla prossima stagione. Boranga quest'anno ha dimostrato di aver raggiunto una condizione stellare, ottenendo grappoli di record italiani di categoria, arrivando già a sfiorare virtualmente quello che sarebbe il record mondiale di specialità, ovvero il 10,71 del jap Kyushichiro Shimizu, stabilito nel 2010 a Maebashi. Proprio a Reggio Emilia, infatti, Boranga saltò 10,68 ai primi di giugno, 3 soli centimetri sotto il record. Nel pantano di Novara, un mesetto fa, retrocesse a 10,18, ma quella gara passerà probabilmente alla storia per la peggiore mai organizzata e tenutasi in condizioni meteo non certo favorevoli. L'appuntamento con la storia è a San Marino, alle ore 15:00, dove stando al meteo dovrebbe aprirsi una finestra di sole. Ecco una frase estratta dalle sue dichiarazioni rilasciate al Resto del Carlino dell'edizione di ieri: "in cuor mio spero di fare 11 metri, misura che in allenamento ho saltato più volte; se ce la faccio credo che per un pò resterà questo". Aspettiamo quindi attaccati al Sigma la sua prestazione, che di certo arriva in una zona della stagione non certo favorevole ai risultati... ma Lamberto ha sempre sorpreso tutti, qualunque cosa abbia fatto.

Questi i 13 record mondiali outdoor maschili nelle categorie master detenuti da italiani ad oggi:

  • 200 M85: 34"24 - Ugo Sansonetti - Caorle - 20/06/2004
  • 400 M40: 47"81 - Enrico Saraceni - Aarhus - 28/07/2004
  • 400 M9095"04 - Ugo Sansonetti - Lahti - 07/08/2009
  • 10000 M6034'14"88 - Luciano Acquarone - Turku - 20/07/1991
  • 3000 siepi M408'38"40 - Angelo Carosi - Firenze - 11/07/2004
  • alto M452,04 - Marco Segatel - Cernusco s/n - 19/07/2007
  • lungo M655,47 - Lamberto Boranga - Lubiana - 27/07/2008
  • lungo M952,14 - Giuseppe Ottaviani - Cosenza - 30/09/2011
  • triplo M954,46 - Giuseppe Ottaviani - Cosenza - 01/10/2011
  • disco M7055,27 - Carmelo Rado - Chiuro - 30/09/2007
  • disco M7549,21 - Carmelo Rado - Besana Brianza - 05/10/2008
  • decathlon M507556 pt - Hubert Indra - Milano - 29/06/2007
  • pentalanci M755306 pt - Carmelo Rado - Biella - 26/10/2008