26/11/11

Statistiche: 1500 europei per Nazioni, l'Italia solo ottava...in attesa del messia

(M. Crespi in una foto podisti.net) - Tra tutte le specialità in cui l'Italia atletica soffre in maniera cronica, di sicuro il mezzofondo è quella che sta peggio. Le donne molto peggio degli uomini, così come in più circostanze da me scritto. Solo pensando agli 800 femminili, tolta Elisa Cusma e parzialmente la Reina di un paio di anni fa, non si è visto nulla che potesse competere anche solo marginalmente con il consesso... europeo. Figuriamoci mondiale. Sui 1500 femminili, volendo, è ancora peggio, visto che la migliore degli ultimi anni è risultata essere ancora Elisa Cusma, che di professione non è propriamente una miler.
Tra gli uomini, la crisi ha portato a non avere più atleti che corrano stabilmente sotto l'1'46", laddove nell'ultimo ventennio si era riusciti a sfornare ad ogni generazione un 800ista di caratura internazionale. Ancora più marcata la crisi nei 1500 (di cui qui sotto vi fornisco la tabella creata da Andreas Martinez) che essendo un territorio di confine tra gli 800 e la savana totalmente africana, è sempre più visto come un campo minato, tanto che è diventato pure difficile trovare italiani sotto i 3'40", la soglia minima di visibilità internazionale. Quella europea dei 1500 maschili prende in considerazione la media dei primi 10 atleti per nazione.
La prima, la Francia addirittura riesce a lambire la soglia dei 3'36", con 10 atleti sotto i 3'38"40. La Spagna nel 2011 ha visto invece 9 atleti sotto i 3'40", mentre ce solo stati solo 4 per l'Inghilterra che ha però una dispersione di tempi più contenuta. La Polonia, quarta, esibisce una dispersione più ampia, ma con punte notevoli, come il 3'34"45 di Artur Ostrowski. Seguono i russi (in 4 sotto i 3'40"), i tedeschi (due sotto la barriera, ma con un 3'35"74 di Carsten Schlangen. Meglio dell'Italia fa incredibilmente anche il Belgio (settimo con una media su 10 atleti di 3'42"18). L'Italia risulta mestamente ottava, con 3'42"54. Un solo atleta sotto i 3'40" (Merihun Crespi con l'ottimo 3'37"67 corso a Milano) e il decimo della lista con 3'44"73, che è sì meglio dell'omologa belga (3'45"96), ma la cosa non è certo consolante. La crisi è profonda, se si considera che tali classifiche evidenziano più la solidità del movimento che la possibilità che il movimento stesso produca un campione. Il rapporto popolazione residente/spessore sportivo nel confronto con il Belgio è impietoso: 10 milioni di abitanti contro i 60 del Bel Paese...
Comunque, più un movimento è solido nei risultati, più la base statistica si amplia, più aumentano le possibilità che un atleta possa emergere. Altrimenti si basa tutta la fortuna di un movimento sulla "teoria dei messia", ovvero nella speranza che una volta ogni 20 anni esploda un talento che copra il poco che c'è dietro. Lasciatemi dire però che se una federazione dovesse basare la propria politica sui messia (come quella attuale), bè, può anche sedersi ad aspettare, rinunciare ad avere idee, non creare un substrato di tecnici preparati e in linea con le tendenze internazionali, rinunciare a mandare i propri atleti a confrontarsi con il resto del mondo, non aspettare i figli degli immigrati di seconda generazione.
Ops, è proprio quello che sta facendo la Fidal... aspetta i messia.

Nessun commento:

Posta un commento