29/12/10

Vizzoni ha rischiato il premio di Master dell'anno...

Pensate che situazione: il martellista Nicola Vizzoni un giorno, ai propri nipoti, avrebbe potuto raccontare di essere stato sì il vice-campione olimpico di lancio del martello a Sydney-2000, il vice-campione d'Europa a Barcellona-2010,  oltre ad aver conquistato due ori ai Giochi del Mediterraneo, un oro ad Universiade e decine di finali tra le più prestigiose nell'atletica che conta, ma anche di essere stato nominato in piena attività, Master dell'anno della stagione 2010. Per carità, ognuno può fare quello che vuole a casa propria, ma dopo l'ultima elezione del master dell'anno indetta dal sito Atleticanet e dalla rivista Correre (culminata con la vittoria di Acquarone e la Forcellini e il secondo posto tra gli uomini proprio all'inconsapevole Vizzoni) mi pare necessario fare alcune riflessioni, giusto per salvare il salvabile e rinsaldare quella che è la percezione del termine "master" per come è intesa da queste parti. Mi vengono in mente a tal proposito le parole di Giancarlo D'Oro, il quale giusto ieri sera mi raccontava gli allenamenti di un amico comune (naturalmente master DOC): dopo le dieci di sera, finito il lavoro, su un vialone di Milano, ogni tanto lo troverete a fare le ripetute sui 300 metri. Ecco, non tutti i master naturalmente si allenano così, ma molti devono combattere con le vicissitudini quotidiane, il lavoro, il tempo da dedicare alle famiglie, le pause pranzo rubate, gli allenamenti inventati in casa, le tensioni familiari per le evasioni sportive dei fine settimana... addirittura spendere le proprie ferie in costose trasferte in giro per il mondo. Dall'altra, inutile nascondersi, super-atleti che vivono quotidianamente per lo sport: che possono alzarsi all'ora desiderata, avere degli obiettivi precisi, poter allenarsi con la mente "libera" dal dover terminare in fretta e frutta l'allenamento per dover correre in ufficio. Che dire? Una battaglia ad armi impari. 
Per questo non ho capito (ma può essere benissimo una mia cecità su questo mondo) come abbiano potuto essere inseriti nelle nomination di Atleticanet e Correre atleti come Nicola Vizzoni, Maurizio Checcucci e Migidio Bourifa. Tre professionisti che francamente stridono con atleti come il volenteroso Max Scarponi, il talentuoso Enrico Saraceni, il ventralista Emmanuel Manfredini o il carro-armato Giuseppe Romeo, che sicuramente nella vita hanno altro a cui pensare oltre che all'atletica. Come potrebbe essere paragonato un oro, tipo quello di Alessandro Gulino sui 200 M35 a Nyregyhaza, con l'argento di Maurizio Checcucci con record nazionale a Barcellona 2010? Che nesso potrebbe esserci? A livello assoluto un abisso. Solo a livello filosofico probabilmente la bilancia si sposterebbe verso il ligure. 
Poi c'è una questione di merito non di poco conto: può un atleta che non partecipa all'attività master (e probabilmente mai vi parteciperà) eventualmente fregiarsi del titolo di "master dell'anno" se (ma non è chiaramente la discriminante) questi non sia nemmeno tesserato come tale? E' stato anche per questo motivo che noi di Webatletica con Atleticaweek, abbiamo deciso di scegliere categoria per categoria il miglior master: perchè, così come sembra già difficile scegliere un primus inter pares tra le categorie, sembra addirittura un'impresa sceglierlo in un intero ed eterogeneo mondo, dove le condizioni cambiano radicalmente. Lo sappiamo tutti, non possiamo nasconderci dietro ad un dito: Sansonetti e lo stesso Acquarone (che però non ha partecipato quest'anno ad alcuna manifestazione internazionale master) hanno un unico avversario: sè stessi e il cronometro. Dall'altra, Saraceni, Scarponi, Manfredini e gli altri, hanno avversari tangibili e diversi turni da dover affrontare prima di arrivare all'alloro finale. Per questo dopo diversi tentativi si è giunti alla soluzione che quest'anno con Atleticaweek abbiamo condiviso: ad ognuno il suo.
Mi chiedo infine con che criteri siano stati scelti i "superelettori" nella nomination di Atleticanet-Correre. Sembra tanto una scelta casuale: di sicuro c'era da fare una cernita (come si fa nei tribunali americani) delle persone che avrebbero potuto avere interessi ad eleggere l'uno o l'altro (tipo i compagni di squadra, per esempio). O che quanto meno avessero un passato nel mondo master o che lo conoscessero minimamente. Certo, poi uno si mette una mano sulla coscienza e vota nella sua oggettività, ma se i dubbi permangono, tutto rimane coperto da una fastidiosa ombra.
Comunque, per fortuna i veri master dell'anno li eleggeremo noi e i nostri amici di Atleticaweek, con buona pace di tutti gli atleti professionisti over-35. 

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