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29/08/13

Vizzoni e i 5 record (master) del martello

Foto Fidal.it/G. Colombo
Seguire le gare di Nicola Vizzoni, chiaramente, non vuol dire soltanto seguire le prestazioni di uno dei migliori atleti azzurri di sempre, ma anche, per un piccolo spicchio, di quelle di una grande fetta della storia del martello... master. Infatti Vizzoni, com'era preventivabile, sta riscrivendo i record della categoria: chissà adesso quando verranno abbattuti questi primati. Orbene, dopo aver portato il record da M35 a 80,29 a Firenze nel 2011, quest'anno, all'entrata nella categoria M40 (è infatti del '73), ecco superato il record M40 che apparteneva a Giovanni Sanguin, che non era nemmeno tanto datato (un 72,40 risalente al 2009). Il 23 febbraio Nicola batte il record per la prima volta a Lucca: 72,90 al 6° lancio. Il 3 maggio a Firenze porta il record a 74,87, al primo lancio. In Coppa Campioni, in Portogallo, il record viene ulteriormente incrementato con la vittoria con 75,03. Finita qui? Macchè: il 6 luglio a Livorno nuovo record: 76,06. Poi arrivano i Campionati Mondiali di Mosca, dove un 75,38 gli consente di accedere alla finale. In finale, al secondo lancio il toscano ci piazza il 77,61 che gli consentirà di raggiungere la 7^ piazza, ma anche di conseguire l'ulteriore miglioramento del record M40. Il suo 77,61 in AGC equivarrebbe ad un 96,61%, ovvero un 83,80... 

12/08/13

Mosca '13: Day III - la tonnara delle siepi azzurre - Vizzoni tiene su la baracca

Foto Fidal/G. Colombo
3000 siepi uomini - chiamiamolo disastro, o Caporetto, o tonnara. Un assalto in cui i nostri sono stati falciati dalle mitraglie nemiche appena usciti dalle trincee. 2 squalificati e uno fuori malamente. Ma anche in costanza di tempi, gli altri due non sarebbero passati. L'unico al traguardo con un tempo certificato è stato infatti Patrick Nasti: 8'36"42. Jamel Chatbi (all'esordio in maglia azzurra) e Yuri Floriani invece risultano squalificati per irregolarità sugli ostacoli. Clamoroso al Cibali ci sarebbe da dire. La qualificazione era fissata a 8'25" circa, ovvero un tempo vicino a quello corso dagli italiani durante il corso dell'anno. Troppo difficile si vede. Sicuramente la peggior esibizione azzurra: a Helsinki '83 un finalista (Scartezzini); Roma '87 arrivarono in finale addirittura in 3 (Panetta che vinse, Lambruschini e Boffi). A Tokyo '91 i finalisti furono due (Lambruschini e Carosi). A Stoccarda '93 due finalisti (Lambruschini che arrivò al bronzo e Carosi); A Gotebord '95 ancora Lambruschini e Carosi (5°). Ad Atene '97, su 3 atleti, solo Carosi raggiunse la finale (Lambruschini si fermò in semifinale e Maffei uscì in batteria); A Siviglia '99 Maffei raggiunse la finale. Dal 1999 ad oggi il deserto, col solo Iannelli presentato a Parigi '03. Prima del 2000 lo score diceva 12 su 14 atleti azzurri in finale (un incredibile 85% di "finalizzazioni"). Dopo il 2000, 0 su 4, per uno 0% che parla da solo. Su 18 partecipazioni-gara di italiani ai mondiali sulle siepi, 3 atleti non sono finiti a referto, e purtroppo dopo il citato ritiro di Lambruschini ad Atene, a Mosca si fa il pieno con 2 squalifiche, che è quasi una novità in un 3000 siepi. Ma... dura lex, sed lex. Insomma, sarà stato un caso? Di sicuro non è stato bello vedere 3 italiani tra il fondo-classifica, e l'inizio degli atleti "DSQ" e "DNF". Male, male. 

Disco maschile - Faloci nel solco della tradizione dei lanci italiani: peggior prestazione nella gara più importante - Ora c'è rimasto solo Vizzoni nel ruolo di eccezione che conferma la regola, dopo che anche Chiara Rosa si è voluta omogenizzare con la truppa dei lanciatori italiani. Io l'articolo dedicato l'avevo scritto: non è possibile che tutti i lanciatori italiani (Vizzoni escluso) arrivino all'evento clou e stecchino sistematicamente la gara, ottenendo le loro peggiori prestazioni dell'anno. Faloci era (è) uomo quest'anno da 62 facile... 5 metri sotto quel signo non si spiegano, come non si spiegano tutte le defaillance degli altri lanciatori. Parola d'ordine: Taper, questo sconosciuto. Il periodo di approccio alle gare che viene segato con maniacalità quasi giapponese. Nemmeno volendo si riuscirebbe ad ottenere questi risultati: è come giocare al Totocalcio e totalizzare "0", che, per chi non lo sapesse, è difficile quanto ottenere "13". Solo che con 13 ti porti a casa il malloppo, con "0" ti devi fare un esame di coscienza sulla tua conoscenza del funambolico giuoco del calcio (vade retro satana!). Ora, Faloci lancia 57,54, quando in stagione aveva oltrepassato il "misura" per la finale 6 volte. 10 volte aveva lanciato sopra i 60 metri. Su 15 gare, non era mai sceso sotto i 58 metri... ai mondiali sì. Posto che Faloci ai mondiali ha dato il 110%, perchè ha lanciato così? Taper. Taper e ancora Taper. L'unico finalista azzurro ai mondiali così rimane il compianto Marco Martino, che riuscì nell'impresa a Roma '87. 1 su 9 partecipazioni italiane. 

400 maschili - Galvan e la nuova dimensione "europea" - Era francamente impossibile ambire ad una finale mondiale (44"95 il tempo dell'ottavo). ovvero una cosa che in Italia non si è mai vista tra Mondiali ed Olimpiadi, quindi era d'obbligo fare una bella figura. Missione compiuta, visto che Matteo Galvan si è piazzato 5° nella sua semifinale con 45"69, correndo in due volte nella stessa manifestazione sotto i 46", impresa riuscita anche a Licciardello in passato (a Pechino 2008: 45"25 in batteria e 45"64 in semifinale) e Alessandro Attene a Sydney 2000 (45"35 nei quarti e 45"79 in batteria). In realtà ci fu che fece addirittura meglio, cioè Ashraf Saber che agli Europei di Budapest '98 corse addirittura 3 volte sotto i 46" (45"64 in batteria, 45"78 in semifinale e 45"67 in finale, sesto) e Andrea Barberi a Goteborg '06: 45"81, 45"30, 45"70. Intanto Galvan scala le classifica del 400simo italiano. Nella media dei primi 10 risultati scende a 45"902, mentre i 400 sub 46" passano a 6. Galvan ha anche corso i 2 400 più veloci di un italiano ai mondiali: il precedente "primato" era il 45"70 di Andrea Barberi ad Helsinki '05. 16° il suo rango finale... 74 centesimi da un sogno: si può fare?

400hs femminili - Rockwell ferma a Milano - senza far polemica alcuna, che non c'è bisogno, si registra il 56"53 di Jennifer Rockwell nelle batterie dei 400hs. Le semifinali non erano impossibili, visto che "serviva" un 55"96. Il tempo se non altro dimostra che la condizione di Milano era quella attuale, e che la doppia periodizzazione non è riuscita al meglio. Comunque, per lei esordio ai mondiali, e 19° posto: purtroppo erano due le semifinali, quindi spazio solo a 16 atlete. Nella storia italiana ai mondiali sui 400hs, su 11 presenze-gara, si contano 6 semifinali (3 Niederstatter, 2 Trojer e 1 Ceccarelli), e nessuna finalista. Il tempo più veloce corso da un'italiana ai mondiali è stato il 55"10 di Monika Niederstatter a Siviglia '99 in batteria. 6 sono stati i tempi sotto i 56" (3 sempre la Niederstatter, 2 la Trojer e 1 la Ceccarelli).

Martello maschile - la barcarola dei lanci la tiene su Vizzoni - diamo solo questi numeri: l'ultimo oro italiano vinto in una grande manifestazione nei 4 lanci, fu quello di Alessandro Andrei a Los Angeles '84. L'ultima medaglia azzurra tra olimpiadi e mondiali è stata invece vinta 13 anni fa a Sydney 2000 da... Nicola Vizzoni. Vizzoni, ancora lui. Negli ultimi 30 anni, contando anche gli Europei, 3 sono le medaglie nei 4 lanci, tra uomini e donne: Vizzoni a Sydney, Vizzoni a Barcellona '10, e Chiara Rosa, bronzo a Helsinki '12. Cioè, senza Vizzoni (direi anche Chiara Rosa e Assunta Legnante) i lanci italiani sarebbero davvero residuali rispetto al resto dell'atletica. Ma Vizzoni c'è, e per fortuna a 41 anni tiene a galla la barcarola, che però fa acqua da tutte le parti. Il peso maschile è praticamente annullato, il giavellotto non produce talenti da 80 metri da 30 anni, il disco ha un potenziale finalista, ma si è perso in qualificazione. Il martello è l'unica specialità che ha un pò di spessore, ma una volta che Vizzoni deciderà di appendere il martello al chiodo (un paradosso... eheheh), che fine facciamo? Al femminile è forse peggio: ma questo lo vedremo un'altra volta. Per Vizzoni si tratta della sua 11^ finale tra Olimpiadi, Mondiali e Europei, con 2 argenti (Olimpiade '00 e Europeo '12). 7° ai mondiali lo fu anche a Siviglia nel 1999, 14 anni fa, ovvero due generazioni di atleti fa. Il suo 77,61 si colloca al 5° posto nelle prestazioni da finale. Una carriera super. 

10/08/13

Mosca '13: DAY 1 - le statistiche azzurre della prima giornata

Asta - Claudio Stecchi 5,40 (28) e Giuseppe Gibilisco 3 nulli - Claudio Michael Stecchi esordisce ad un mondiale assoluto e la sua gara frastagliata, finisce a 5,40. Pensate: 5,40 lo saltò suo padre Gianni a Roma '87 (26 anni fa), allorquando arrivò 11°. 5,40 lo stesso Gianni lo saltò anche in qualificazione. Insomma, 5,40 periodico nella famiglia Stecchi (fino ad oggi) ai mondiali. Sono 11 le presenze-gara azzurre ai mondiali assoluti nell'asta maschile, per 6 atleti azzurri totali. Naturalmente Giuseppe Gibilisco è top-scorer in quanto a presenze: a Mosca ha raggiunto la 5^ partecipazione a 12 anni dalla prima, ovvero a Edmonton '01 dove, come oggi, deragliò con 3 nulli alla misura di entrata. Poi l'apoteosi carrieristica a Parigi '03 (oro con 5,90), il posto a Helsinki '05 e il a Berlino '09. In totale 8 caps tra qualificazioni e finali. Gibilisco è anche l'unico italiano ad essere andato in finale ad un mondiale (come detto, 3 finali), mentre si sono fermati tutti gli altri in qualificazione (la famiglia Stecchi, Andrea Pegoraro, Andrea Giannini, Fabio Pizzolato e Maurilio Mariani). Il totale fa 3 finali su 11 partecipazioni. Due atleti azzurri presenti nell'asta nello stesso mondiale, li si ebbe (oltre che a Mosca) ad Atene '97: allora furono Andrea Giannini e Fabio Pizzolato. 

800 - Giordano Benedetti 1'47"90 - si guadagna la semifinale conquistando l'ultimo di 3 posti utili per accedere al turno successivo nella prima serie, quella più lenta. Fiuuu... potremmo aggiungere, visto che il tempo di Benedetti al momento è anche l'ultimo dei qualificati, anche in ragione della gara più lenta di tutte (passaggio in 54"8 ai 400). Benedetti, all'esordio mondiale, rappresenta la 14° presenza azzurra negli 800 ai mondiali. Un italiano in semifinale negli 800 non lo si vedeva dal 2003, quando Andrea Longo giunse addirittura 5° a Parigi. Poi sia Bobbato (Helsinki '05) e Riefeser (Berlino'09), uscirono in batteria. Giordano Benedetti presentandosi in semifinale, correrà la 6^ volta di un azzurro in una semifinale degli 800 ad un mondiale: la piccola impresa era già successa ad Andrea Longo (2 volte), a Davide Cadoni una, come a Giocondi, e infine una a Giuseppe D'Urso (che poi portò l'unica medaglia sugli 800). 

Maratona - Valeria Straneo - Argento con 2h25'58" -  Emma Quaglia 6^ con 2h34'16" - la notevole medaglia per la piemontese, arriva dopo una gara all'arrembaggio, dove a poco a poco si sono squagliate le etiopi in primis e quasi tutto il resto del mondo, tranne Edna Kiplagat. L'argento della Straneo rappresenta la miglior prestazione di sempre di un'azzurra ai mondiali nella maratona. Il miglior risultato prima di oggi, era rappresentato dal bronzo di Ornella Ferrara, vinto a Goteborg '95, 18 anni fa. Se allarghiamo lo sguardo a tutto il mezzofondo azzurro femminile ai mondiali outdoor, quindi comprendendo 1500, 5000 e 10000 alla maratona, troviamo solo un'altra medaglia, ovvero l'argento di Roberta Brunet sui 5000 ad Atene '97. 33 le presenze-gara tra tutte le edizioni dei mondiali d'atletica (solo in 2 occasioni non ci sono state presenti maratonete, ovvero a Siviglia '99 e Berlino '09). 3 atlete con 3 partecipazioni, ovvero la già citata Ornella Ferrara, la leggendaria Laura Foglie e Rosaria Console. Il tempo della Straneo è anche il miglior tempo di un'italiana ai mondiali (la maratona più veloce prima di oggi ai mondiali, era quella del bronzo della Ferrara con 2h30'11"). Alle olimpiadi, l'anno scorso, la Straneo corse più veloce, ovvero in 2h25'27", che è il tempo più veloce ad una maratona di una grande manifestazione di un'italiana. Il posto di Emma Quaglia, invece, rappresenta il 4° piazzamento di sempre di un'italiana ad un mondiale. Davanti la Straneo di oggi, la Ferrara medagliata, e ancora la Ferrara ad Atene '87. 6^ arrivò anche Laura Fogli nell'edizione inaugurale dei mondiali ad Helsinki '83. 

Martello - Nicola Vizzoni - 11° in qualificazione - 75,38 - capitano in tutti i sensi, visto che raggiunge la sua ennesima finale mondiale. 9^ partecipazione consecutiva di Vizzoni ai mondiali, la prima delle quali avvenne ad Atene '97 (16 anni fa). Per lui 5 finali, e questa rappresenta la terza consecutiva. Vizzoni è anche l'unico italiano ad essere arrivato in finale in un mondiale nel martello, su un totale di 18 presenze-gara, ma soli 5 atleti schierati (Vizzoni 9 partecipazioni, Sgrulletti 4, Paoluzzi 3, Serrani e Urlando con una partecipazione). Per ora il miglior piazzamento in finale per Vizzoni (e per l'Italia) è stato il 4° posto di Edmonton.

10000 - Daniele Meucci - 19° in 28'06"94 - presenza incolore di Meucci, che obiettivamente non poteva essere protagonista in una gara del genere. La storia dei 10000 azzurri ai mondiali è chiaramente la storia di Alberto Cova ad Helsinki '83, e la volata del "Cova! Cova! Cova!". Ma anche l'argento di Panetta a Roma '87. 11 le finali corse dagli azzurri e purtroppo peggio di Meucci, tra tutti gli azzurri, ci fu il solo Antibo a Tokyo '91, quando giunse 20°. Lo stesso Meucci a Daegu giunse al 12° rango, in una gara corsa però su ritmi più blandi. Baldini invece giunse 18° a Goteborg '85. Non è forse giunto il momento che Meucci si dedichi alla maratona, che presenta più variabili gestibili per gli atleti non-africani? Oggi il mezzofondo in pista non è assolutamente affrontabile con speranze di visibilità internazionale per un europeo.  

400 - Libania Grenot 11^ con 51"43 - Chiara Bazzoni 19^ con 52"14 - Belle prestazioni nelle batterie delle italiane, che ora si troveranno semifinali davvero dure. Primo turno con tempi già da medaglia tra le big (l'8° tempo è un 51"01), sintomo che la pista è davvero veloce e che per andare in finale la Grenot dovrà correre sul piede del record italiano. Intanto il 51"43 la pone all'11° rango, non lontano dal tempo di finale. Per la Bazzoni invece la certificazione di un salto prestativo notevole. 52"14 che è il suo 2° miglior tempo dopo il 52"06 di Mersin. Meglio di lei nella storia italiana ai mondiali, hanno fatto la Grenot, la Reina e la Milani. Su 8 partecipazioni italiane ai 400 femminili, tutte 8 hanno superato il primo turno approdando al turno successivo. Ma c'è da dire che fino a metà degli anni '00, i turni che portavano alla finale erano 4 ed era cronometricamente più facile passare il primo turno. Le vere semifinaliste infatti erano 3 fino a ieri (Grenot, Daniela Reina a Osaka '07, e Marta Milani a Daegu '11). Nessuna però è mai riuscita a raggiungere (ancora) la finale. L'unica ad aver disputato due mondiali è invece proprio Libania Grenot con quello di quest'anno. A Berlino '09 corse in 51"45... poi in semifinale riuscì a correre in 50"85. Basterebbe quel tempo per la finale? Non credo... servirà un tempo sui 50"50, o meno. Ma potrebbe farcela.

lungo - Darya Derkach - 28^ nel lungo - 6,16 - brutta prestazione per Darya, che trova la gara sbagliata al momento sbagliato. Amen. Chiaramente non ci si aspettava la medaglia, ma la tanto cara "esperienza" che si stratificasse. La Derkach è la 4^ italiana di sempre a scendere in pedana, dopo il mito vivente Fiona May, e il duo Capriotti-Uccheddu di inizio anni '90. Proprio Fiona May fu l'ultima italiana a cimentarsi nel lungo ai mondiali per l'Italia nel 2005 a Helsinki, 8 anni fa. E sempre la May vanta ben due ori, un argento e un bronzo in questa competizione con 5 finali disputate. 

06/06/11

Altra sciabolata della Caravelli: 13"12 - Vizzoni oltrepassa ancora gli 80 metri

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Due risultati nel fine settimana sono sfuggiti alla rete della Coppa Italia di Firenze. Due grandi prestazioni azzurre: si scrivono altri piccoli pezzettini di storia di atletica italiana, evidentemente. Peccato che liste italiane all-time siano così limitate e non vi sia un documento che vada oltre i 30 atleti e le migliore 30 prestazioni. Chissà se Raul Leoni ha tutto questo materiale prezioso e lo possa pubblicare... un giorno. Naturalmente non è il caso delle due prestazioni che andiamo raccontando, ma mi andava di dirlo, visto che molti atleti arrivano a ridosso di quegli spartiacque ma non si sa dove potrebbero collocarsi. Riporto le notizie che ha dato il sito ufficiale della Fidal, a partire dell'over 80 di Nicola Vizzoni (1976) a Firenze (Coppa Italia poi annullata per pioggia) che è anche logicamente record italiano M35 (per questo rischia di vincere l'ambito premio riservato ai master che qualche sito attribuisce a tutti gli over-35, indipendentemente se uno sia un atleta che pratica l'attività master nei ritagli di tempo o che sia un atleta professionista. Abbiate pietà per favore quest'anno). La misura di Vizzoni è comunque 80,29, seconda prestazione mondiale dell'anno, terza prestazione personale di sempre (vanta l'80,50 di Formia del 2001 e sempre nel 2001 l'80,38 alla Notturna di Milano). E' invece la quinta volta che oltrepassa gli 80 metri e la 40° che oltrepassa i 78 metri. Che dire? Il capitano è già seduto in prima fila sul volo per Daegu e aspetta gli altri sfogliandosi una rivista patinata con le caratteristiche tecniche degli aerei Boeing. 
Ma nel frattempo, zitta-zitta, lemme-lemme, all'ombra delle maxi-prove di Veronica Borsi e Giulia Pennella di Firenze (quest'ultima ha attaccato il decimo ostacolo esattamente in sincronia con la italo-finlandese, impattandolo violentemente. Siccome non fa David di nome e Oliver di cognome, l'urto frontale l'ha praticamente inchiodata, facendola arrivare inerzialmente a 13"34), giganteggia da Postumia in Slovenia, Marzia Caravelli che tuona un sontuoso 13"12. Nel neo-dualismo Borsi-Pennella sembrava che la friulana si fosse apparentemente un pò emarginata, anche per la debacle ad Ancona  (sulla scena dei 60hs). A proposito: i cronisti tv e i giornalisti hanno sostenuto che con il 13"17 la Borsi si portava al 6° posto delle graduatorie all-time italiane. Imprecisione: in realtà, come avevo già scritto a tempo debito, il sesto posto la Borsi l'aveva conquistato già con il 13"21 di Ginevra, con cui aveva superato la Ongar, ribadendolo e migliorandolo con il citato 13"17. Giusto per la precisione. 
Per la Caravelli l'approccio è invece venuto da lontano, secondo i suoi personali sentieri che partono dai 200 metri piani. E così si è assistito al sensazionale 23"1 sui 200 a Latina, ribadito da un 23"51 (che dovrebbero porla tra la 12^ e la 13^ posizione all-time sulla distanza in Italia) e quindi l'esordio con un 13"23 sui 100hs a Orvieto, che altro non era che la seconda prestazione personale di sempre. E ora il mostruoso 13"12 sloveno con 0,3 di vento, ovvero ancora la seconda prestazione personale, a due centesimi dal personale, e vicinissima a tutta la storia dell'ostacolismo veloce italiano al femminile, dove in 13 centesimi ci sono Tuzzi, Cattaneo, Macchiut, Lombardo e... Caravelli. Mai come quest'anno però, le prime attrici protagoniste sono talmente vicine da far ipotizzare una sfida a quattro (mettiamoci anche la Cattaneo, oltre a Caravelli. Borsi, Pennella), ai prossimi campionati italiani assoluti. Una delle gare probabilmente più attese dei prossimi Assoluti. Assolutamente da non perdere. 

Ricordo infine, che giovedì sera ci sarà la diretta-radio su questo sito del Meeting di Oslo.

20/03/11

Europei di Lanci - Mondiale Giovanile nel Giavellotto - Azzurri poco brillanti

Il giovane Zigsmundus Sirmais centra il WJR nel giavellotto
(di Sasuke) Si è tenuto tra oggi e ieri a Sofia, capitale della Bulgaria, il Campionato Europeo Invernale di Lanci. Diversi italiani in gara, anche se rispetto ad altri paesi che hanno mandato due senior e un under 23 per ogni disciplina i nostri non erano poi molti. Di seguito l’elenco dei convocati compreso di piazzamento e commento sulla gara. In generale, comunque, risultati di basso livello in quasi tutte le discipline, probabilmente complici le brutte condizioni meteorologiche (freddo intenso, da quello che ho letto) che hanno influito pesantemente sui risultati degli azzurri, non di grande livello.

Nella gara del getto del peso uomini assoluti era in gara solamente Marco Di Maggio capace questa stagione di essere l’unico italiano a superare la barriera non di certo di livello assoluto (per essere competitivi in un mondiale bisogna superare i 21 metri o comunque avvicinarli) dei 18 metri. Di Maggio, già capace in stagione di arrivare a 18.41, si ferma ad un più che modesto 17.16 (altri due lanci sotto i 17 metri e 3 nulli) che lo piazzano purtroppo solo in settima posizione nel suo gruppo (il B) e sedicesimo su diciannove nella complessiva. Risultato che conferma, purtroppo, lo scarso momento della specialità, tra le messe peggio al momento. Vittoria con 20.21 di Hamza Alic (che migliora lo stagionale di 19.64) sul portoghese Marco Fortes con 20.18 (unici due atleti sopra i 20 metri). Le condizioni possono comunque aver influito, ma vista la costanza dei due vincitori, entrambi sui propri livelli, la prestazione di Marco Di Maggio assume una connotazione ancora più negativa. Bravo comunque ad esserci, speriamo in una ripresa primaverile.
Nel peso giovanile under 23 maschile era in gara il nostro Daniele Secci. Bravo a piazzarsi quinto, superando lo stagionale fermo a 17.40 giungendo ben quattro volte sopra di esso con un migliore a 17.77. La vittoria si raggiungeva con 18.29; buona la prestazione di Daniele, classe 1992 ma decisamente sviluppato per la sua età, che l’anno scorso era però arrivato fino a 18.38; speriamo riesca a tornare su quei livelli all’aperto.
Nessuna italiana nel peso under 23, vittoria ad Anita Marton con 17.92; modesta Chiara Rosa, capace solo di 17.39 (oltre che di due lanci sotto i 17 e tre nulli) che però le consentono l’unico podio della spedizione a causa dello scarso livello delle avversarie. Assenti tutte le migliori, vittoria con 17.71 di Alena Kopets. Da segnalare però che la Rosa, contando anche le under 23, scenderebbe però in quinta posizione. Peccato, perché Chiara ha dimostrato di saper valere misure oltre i 18 metri però… mai nelle occasioni che contano! Come agli Europei Indoor anche qui avrebbe potuto fare sua la gara senza troppe difficoltà. Speriamo riesca ad acquisire la sicurezza necessaria per ben comportarsi questa estate, magari sperando di esserci a Daegu.

Nel lancio del disco l’italiano Giovanni Faloci è settimo nel gruppo A e mantiene la posizione anche sommati gli atleti meno accreditati del B (in totale erano 20). Piazzamento discreto, anche se il suo 57.81 è lontano dallo stagionale, lanciato a Città di Castello a Febbraio, che era tiro da 60.73. Vittoria a Ercument Olgundeniz, turco nato nell’anno 1976, capace di portare lo stagionale a 63.31 e di vincere la gara. Tra i più giovani Eduardo Albertazzi (1991, giunto quest’anno a 55.63) giunge dodicesimo (su quindici) fermandosi ad un modesto 52.09. Per vincere occorreva spingersi a 59.71.
Modesta anche la prestazione di Laura Bordignon (stagionale a 52.80) che con 53.19 (misura lontana dal suo massimo, intorno ai 60 metri) chiude comunque decima su venti atlete partecipanti. Vittoria a Olesya Korotkova con 60.20. La russa è stata l’unica ad essere capace di superare i 60 metri.

Deludenti anche i risultati del lancio del martello, parlando di azzurri. Nella gara maschile il vice-campione europeo Nicola Vizzoni non si conferma sui suoi migliori livelli (ma stagionalmente era arrivato solo a 74.26) e chiude sesto su 22 iscritti. Vittoria al forte Kristian Parz che con 79.84 (ma ben cinque lanci sopra gli 80 metri!) avvicina la soglia di eccellenza degli 80 metri. Tra i giovani, Simone Falloni giunge undicesimo su sedici iscritti con 61.01 (quest’anno era arrivato a 63.64) mentre le due donne iscritte Elisa Palmieri (quattordicesima con 63.04, ma 67.03 questa stagione) e Silvia Salis (sesta con 68.58, stagionale a 68.48) si comportano diversamente. Più brava la seconda della prima, non al livello che aveva mostrato a San Benedetto del Tronto a fine Febbraio. Vittoria a Tatyana Lysenko, ex primatista mondiale con 77.80, (73.70) sulla tedesca Betty Heidler (72.71). Vista la concorrenza, qui si di alto livello, non male il 68 metri e mezzo della Salis, capace di non sfigurare contro avversarie fuori dalla sua portata.

Conclude il tiro del giavellotto. Al maschile erano schierati Leonardo Gottardo (75.83 quest’anno, qui ottavo con 73.86 su quindici iscritti) e tra i giovani Gianluca Tamberi, solo undicesimo su dodici con un pietoso 63.25. Gianluca era già arrivato a 70.42 quest’anno, e a di più gli anni precedenti. Speriamo sia stata solamente una giornata storta, che può capitare a tutti magari complice la tensione. Tra le donne quarta Zahra Bani, con una misura di livello medio-basso quale 54.55, non all’altezza dei 58 metri da lei già superati agli italiani la scorsa settimana. Vittoria a Hanna Hatsko con 58.35. Tra gli uomini si impone Zigsmundus Sirmais, capace di battere il record mondiale della categoria juniores (è del 1992) con un superlativo 84.47, con cui potrebbe competere con i migliori assoluti. Ragazzo di talento, l’anno scorso arrivò fino a 82.27 ma venne battuto ai mondiali da Till Woschler (con 82.52) e da altri in finale.
 
Piazzamenti totali di buon livello, malgrado tutto. Italia terza tra gli uomini e quinta tra le donne in base ai punteggi.

29/12/10

Vizzoni ha rischiato il premio di Master dell'anno...

Pensate che situazione: il martellista Nicola Vizzoni un giorno, ai propri nipoti, avrebbe potuto raccontare di essere stato sì il vice-campione olimpico di lancio del martello a Sydney-2000, il vice-campione d'Europa a Barcellona-2010,  oltre ad aver conquistato due ori ai Giochi del Mediterraneo, un oro ad Universiade e decine di finali tra le più prestigiose nell'atletica che conta, ma anche di essere stato nominato in piena attività, Master dell'anno della stagione 2010. Per carità, ognuno può fare quello che vuole a casa propria, ma dopo l'ultima elezione del master dell'anno indetta dal sito Atleticanet e dalla rivista Correre (culminata con la vittoria di Acquarone e la Forcellini e il secondo posto tra gli uomini proprio all'inconsapevole Vizzoni) mi pare necessario fare alcune riflessioni, giusto per salvare il salvabile e rinsaldare quella che è la percezione del termine "master" per come è intesa da queste parti. Mi vengono in mente a tal proposito le parole di Giancarlo D'Oro, il quale giusto ieri sera mi raccontava gli allenamenti di un amico comune (naturalmente master DOC): dopo le dieci di sera, finito il lavoro, su un vialone di Milano, ogni tanto lo troverete a fare le ripetute sui 300 metri. Ecco, non tutti i master naturalmente si allenano così, ma molti devono combattere con le vicissitudini quotidiane, il lavoro, il tempo da dedicare alle famiglie, le pause pranzo rubate, gli allenamenti inventati in casa, le tensioni familiari per le evasioni sportive dei fine settimana... addirittura spendere le proprie ferie in costose trasferte in giro per il mondo. Dall'altra, inutile nascondersi, super-atleti che vivono quotidianamente per lo sport: che possono alzarsi all'ora desiderata, avere degli obiettivi precisi, poter allenarsi con la mente "libera" dal dover terminare in fretta e frutta l'allenamento per dover correre in ufficio. Che dire? Una battaglia ad armi impari. 
Per questo non ho capito (ma può essere benissimo una mia cecità su questo mondo) come abbiano potuto essere inseriti nelle nomination di Atleticanet e Correre atleti come Nicola Vizzoni, Maurizio Checcucci e Migidio Bourifa. Tre professionisti che francamente stridono con atleti come il volenteroso Max Scarponi, il talentuoso Enrico Saraceni, il ventralista Emmanuel Manfredini o il carro-armato Giuseppe Romeo, che sicuramente nella vita hanno altro a cui pensare oltre che all'atletica. Come potrebbe essere paragonato un oro, tipo quello di Alessandro Gulino sui 200 M35 a Nyregyhaza, con l'argento di Maurizio Checcucci con record nazionale a Barcellona 2010? Che nesso potrebbe esserci? A livello assoluto un abisso. Solo a livello filosofico probabilmente la bilancia si sposterebbe verso il ligure. 
Poi c'è una questione di merito non di poco conto: può un atleta che non partecipa all'attività master (e probabilmente mai vi parteciperà) eventualmente fregiarsi del titolo di "master dell'anno" se (ma non è chiaramente la discriminante) questi non sia nemmeno tesserato come tale? E' stato anche per questo motivo che noi di Webatletica con Atleticaweek, abbiamo deciso di scegliere categoria per categoria il miglior master: perchè, così come sembra già difficile scegliere un primus inter pares tra le categorie, sembra addirittura un'impresa sceglierlo in un intero ed eterogeneo mondo, dove le condizioni cambiano radicalmente. Lo sappiamo tutti, non possiamo nasconderci dietro ad un dito: Sansonetti e lo stesso Acquarone (che però non ha partecipato quest'anno ad alcuna manifestazione internazionale master) hanno un unico avversario: sè stessi e il cronometro. Dall'altra, Saraceni, Scarponi, Manfredini e gli altri, hanno avversari tangibili e diversi turni da dover affrontare prima di arrivare all'alloro finale. Per questo dopo diversi tentativi si è giunti alla soluzione che quest'anno con Atleticaweek abbiamo condiviso: ad ognuno il suo.
Mi chiedo infine con che criteri siano stati scelti i "superelettori" nella nomination di Atleticanet-Correre. Sembra tanto una scelta casuale: di sicuro c'era da fare una cernita (come si fa nei tribunali americani) delle persone che avrebbero potuto avere interessi ad eleggere l'uno o l'altro (tipo i compagni di squadra, per esempio). O che quanto meno avessero un passato nel mondo master o che lo conoscessero minimamente. Certo, poi uno si mette una mano sulla coscienza e vota nella sua oggettività, ma se i dubbi permangono, tutto rimane coperto da una fastidiosa ombra.
Comunque, per fortuna i veri master dell'anno li eleggeremo noi e i nostri amici di Atleticaweek, con buona pace di tutti gli atleti professionisti over-35.