11/02/09

World Master Games o World Master Athletics?


Bel quesito... Andare a Sidney, in Australia, alle Olimpiadi dei Master o ai Mondiali Master di Lahti, in Finlandia. Avendo le possibilità economiche, visto che il primo appuntamento è tabellato ad ottobre e il secondo a fine agosto, si potrebbe pure pensare di fare la "doppietta". Certo, se non fosse che...

Diciamoci la verità: alle Olimpiadi Master non vanno certo le etoile mondiali dell'atletica over-35. Sono, allo stato attuale, una sorta di campionato nazionale open del paese ospitante. Sì, il fenomeno di cannibalizzazione di presenze del paese che organizza è noto e globalizzato (si pensi solo all'incidenza di italiani ai mondiali di Riccione), ma per i WMG l'incidenza degli "indigeni" è nettamente superiore al normale e la qualità dei risultati è direttamente proporzionale al numero di atleti stranieri presenti. Perchè voglio parlare di questa manifestazione? Naturalmente perchè ne ho preso spunto da http://www.masterstrack.com/, che cita una possibile diatriba tra gli organizzatori della manifestazione e i vertici della WMA, per problemi relativi all'applicazione dei regolamenti (tipo il numero di prove da effettuarsi nei nei lanci, l'adozione delle serie nella velocità in luogo delle batterie, semifinali, finali... cose del genere). A me non interessa questo aspetto, ma uno un pò più profondo.

La presenza contemporanea di due grandi manifestazioni, forzatamente costringe i master a scelte in alcuni casi combattute: o di qua, o di la. Attualmente gli onori sono quasi integralmente riservati ai vincitori delle manifestazioni della WMA (e in Europa della EVAA). Cioè: il master più forte del globo è universalmente riconosciuto come quello che vince i mondiali Master, non certo i Masters Games. Qualcuno non sa nemmeno cosa siano!
Ma c'è un "però" che io intravvedo nella perdita di un'opportunità.
Pensateci: perchè non alternare mondiali e olimpiadi, come nella realtà, e così vivere il clima "olimpico" con le altre discipline? Così come sono strutturate le due manifestazioni, sembra di assistere allo scontro tra le varie federazioni internazionali di boxe, dove, ogni tanto, spinto da qualche sponsor, un bel giorno si sveglia qualcuno inventandosi la corona dei pesi massimi (in barba alle altre federazioni) con una nuova sigla. I Masters Games, oggi come oggi, non hanno molto senso, almeno per l'atletica. Ma sicuramente potranno averla in futuro, dopo alcune considerazioni.
  • La prima è che attualmente i Masters Games sono una competizione complementare ai Mondiali Master. Nè sono l'alternativa, l'avvenimento "contro": come dire, una prima serata su Rai Uno o su Canale 5?
  • La seconda è che entrambe le manifestazioni cadono negli anni dispari... quindi si troveranno sempre contrastanti.
  • Ma nei Masters Games girano molti più sport. Più sport, più persone. Più persone, più contatti umani, più opportunità, più sponsor. Più tutto, soprattutto a livello organizzativo, quando è palese il fatto come sempre meno città vogliano sobbarcarsi l'onere di gestire un evento del genere.
  • Se veramente i Masters Games vogliono diventare una manifestazione internazionale dai grandi numeri, dovrebbe prelimarmente diventare sinergica a tutte le federazioni master dei vari sport e pianificare le manifestazioni.
  • Così, la cedenza, la butto lì, potrebbe essere triennale: un anno le manifestazioni Continentali, un anno quelle mondiali e il terzo le Olimpiadi.
  • Così facendo, ogni atleta, nel suo transito quinquennale in ogni categoria, potrebbe partecipare comunque a 5 manifestazioni: delle tre, solo una gli toccherebbe una volta sola. Ma nella categoria superiore quella stessa manifestazione gli capiterebbe ancora due volte.
  • E a questo punto, così come voluto da molti, si potrebbe cominciare a pensare a "minimi" di partecipazione, anche se non "impossibili" (ma solo fino ad una certa categoria, tipo fino ai 60anni), che diano una dimensione sportiva più credibile, senza penalizzare troppo il movimento. Vedere una gara ai mondiali, dove il 95% dei partecipanti appartiene ad una sola Nazione, non dà molto l'idea di internazionalità...
  • Infine: ma perchè non "omogeneizzare" le categorie dei master: perchè quindi non scendere alle categorie M30 e F30? Checchè se ne dica, più il movimento si dilata verso il basso, più tutto il resto del mondo master acquista notorietà. Non è forse stato così con l'introduzione degli M35? L'idea che si aveva prima dell'introduzione di questa piccola rivoluzione nei master da parte dell'atletica dei senior, era di pura diffidenza: troppi anni separavano l'intero mondo senior (dai 20 ai 30 anni) da quello dei master (oltre i 40). Forse con l'introduzione degli M35 la falla nella diga della diffidenza si è molto allargata e sempre più atleti di primo piano arrivano ad assaggiare il clima "master". Si pensi solo se tutto ciò avvenisse a 30 anni!

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