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02/12/10

Nasce un altro sito di resistenza ad A.: passioneatletica.it

Sapete bene, il mondo di internet è diverso da quello della Tv. Non bisogna guadagnarsi il popolo della rete rubandolo agli altri siti, ma, come si conveniva con Luca Landoni, portavoce di Atleticaweek, l'utente che segue l'atletica ha una serie di porti virtuali cui approdare quotidianamente, senza particolari predilezioni. O se ce l'ha, non disdegna un approdo su qualche altro sito, tanto pochi sono i siti che trattano in maniera critica il nostro mondo. La rete è molto più democratica e libera della tv. Visto che il sito della Fidal sembra l'iconografia del TG1 del Minzoligua, in cui l'alter-ego di B. (in piccolo, molto in piccolo) sembra essere diventato l'intoccabile (benchè incompatibile con il ruolo che ricopre) A. (ma entrambi catalogabili come uomini Alfa), sapere che c'è sempre qualcuno che pungola questo sconcertante mandato politico-sportivo della Fidal, caratterizzato dallo scellerato accordo tra una classe dirigente ed una oligarchia di società interessate ai propri piccoli interessi, fa bene a tutti. Soprattutto alla coscienza generale. Ebbene, il sito, come citato nel titolo è www.passioneatletica.it, che si differenzia dal resto dei siti presenti sulla rete, perchè cercherà (almeno, stando alle premesse), di essere un'agorà di idee sulla misfrattata atletica italiana. In Fidal si pensa che tutto vada a gonfie vele, come ben intuirete: tra due giorni si festeggerà pure in maniera sfarzosa l'indimenticabile annata 2010 (non chiedetemi dove, disdegno questo tipo di manifestazioni). Se visitate il sito, innanzi tutto capirete chi ci sta davanti, più che dietro: Luigi D'Onofrio, l'ex patron del Golden Gala, dimessosi dopo aver ricevuto prevaricazioni e fatto vittima di una indebita mancanza di rispetto da parte dell'attuale dirigenza della Fidal. Dimettendosi, D'Onofrio lasciò intendere che c'era l'interesse di qualcuno a sfruttare il successo della manifestazione. Io la butto lì: dar senso alla Fidal Servizi s.p.a., ovvero quando lo sport diventa (solo) business. Un puro, visto da quassù, e stando ai suoi proclamati intenti. 
Se visiterete il sito vi renderete conto anche di una cosa. Le statistiche spesso valgono molto più di mille parole. Su uno dei link di Passioneatletica.it, infatti, ci sono i risultati di un sondaggio commissionato (probabilmente) dalla Fidal... con un intento del tutto suicida evidentemente (se davvero fosse così). Nel particolare fu inviato a tutte le società un questionario sul loro grado di soddisfazione relativa a questo mandato federale.
Il risultato fu clamoroso: la Fidal subì una Caporetto praticamente su tutta la linea con percentuali bulgare. Il campione statistico, come riferito nel sito, fu incredibilmente attendibile (155 su 446 intervistati). L'89% delle società intervistate ritenne la spedizione berlinese negativa e nessuna disse "buono" (bolscevichi!). Al presidente Federale andò leggermente meglio: il 79% si espresse per bocciare il suo mandato (ma magari se vi parla vi dirà che possiede un grado di apprezzamento superiore al 62%!). Uno solo ebbe il coraggio di votare per la valutazione "buono". Stroncata anche la struttura tecnica (chi ha ideato il questionario aveva avuto la cortezza da partire con mediocre quale livello più basso, e lì si sono concentrati quasi tutti i voti negativi). Cosa importante: l'83% delle società intervistate, infine, era d'accordo con modifiche dello Statuto. 
Se questo è il panorama delle sensazioni del mondo delle società italiane, vi renderete ben conto quando su questo sito si parla di oligarchia di pochi per interessi particolari (sportivi, per carità, ma sempre loro). Si dovrebbe partire proprio da qui: cambiare la legge elettorale e consentire a tutte le società di valere qualche cosa, non solo quelle che si fregiano degli scudetti di cartone di questi ultimi due anni. Le grandi società elettrici di Arese II, che messe insieme (non più di una decina) valgono come 6 o 700 piccole società. Vi sembra che questo iceberg di nonsensi, la cui punta affiorante è un presidente incompatibile col ruolo che ricopre, possa produrre qualche cosa di buono?
Speriamo infine che D'Onofrio e il suo gruppo si dedichi anche ai Master.

11/09/09

Armageddon Fidal

(D'Onofrio con Maurice Green in una passata edizione del Golden Gala - foto dal sito ufficiale del Golden Gala) - Continua l'opera demolitoria dell'attuale mandato della Fidal. Obiettivo: radere a zero l'atletica italiana per l'anno di grazia 2012. Ancora tre anni davanti, e bisogna rimboccarsi le maniche: c'è tanto lavoro da fare. Arrivati a zero medaglie ai recenti mondiali di Berlino, prossimo passo nel planning federale tentare di limitare a 30 gli atleti degni di nota in tutta Italia. Nel frattempo mi capita di leggere su atleticanet la lettera di dimissioni dell'organizzatore del Golden Gala (colui che è riuscito a portare il meeting ad essere tra i due/tre più prestigiosi del mondo) Luigi D'Onofrio e mi sono subito detto: come poteva essere che qualcosa che riguardasse l'atletica in Italia e soprattutto che funzionasse, rimanesse ancora in piedi. Detto-fatto: D'Onofrio è stato convocato dal triumvirato Arese-Rossi-Montabone e chissà come si è dimesso dopo 15 anni di governo di Golden Gala. Già l'incontro definito "chiarificatore" doveva essere un bel campanello d'allarme. E siccome l'attuale Fidal non vuol fare nulla senza arrivare a farsi disprezzare, ha deciso di mettere sul sito federale quella che se fossi D'Onofrio la condsidereri una gran bella presa in giro colossale... leggetela qui. La Fidal sul sito ufficiale infatti, ringrazia D'Onofrio per il suo lavoro... poi vai a leggere lo sfogo di D'Onofrio e comprendi tra le righe che il briefing non sarà stato certo il thè delle diciassette attorno al caminetto del 10 di Downing Street. "Rammarico delle dimissioni"... dicono in Fidal. Probabilmente qualcuno si sta fregando le mani in questo momento da qualche parte in qualche Ufficio di Via Flaminia Nuova. Perchè questa è la vita: nessuno è insostituibile, benchè si pensi che il proprio lavoro sia l'unico possibile per quel determinato ruolo. Così per D'Onofrio: cosa credeva? Che continuando a portare il meeting di Roma sulla bocca di tutti per le ottime prestazioni in esso ottenute, potesse continuare ad avere questo successo indisturbato, unico esempio di un'Italia dell'atletica vincente? E se qualcuno ci avesse visto un avversario per qualche elezione futura? C'è infatti questa frase molto indicativa al suo interno detta dallo stesso Manager... Ci sarebbero stati infatti "comportamenti ed azioni dei massimi dirigenti federali di grave deliggitimazione" del suo ruolo e lesivi della sua dignità personale e professionale. Va bè, contano i fatti: D'Onofrio non c'è più alla guida del Golden Gala. Un altro pezzo dell'atletica italiana che "tira" abbattuto. Ora, il Signor Arese Franco non si rende conto di una cosa (qualcuno glielo vuole dire?): di questo passo, domani, nessuno si ricorderà più che nel passato dell'atletica italiana c'è stato un mito che correva gli 800 di nome "Franco Arese". Si ricorderà solo di un signore, un omonimo, un pò burbero e quasi sempre col musone, che non "c'azzeccò proprio nulla".