Ma poi: sapete cosa ci frega sempre? Gli Euroindoor. L'unica manifestazione dove vediamo vincere delle medaglie internazionali, e che è invece bisfrattato dai grandi nomi dell'atletica continentale. Per colpa di quella manifestazione, Arese ha fatto i muscoli grossi massimizzando vittorie che nel carnet di una Federazione non possono valere che 1/100 di una vittoria olimpica o mondiale. Quindi, mi rivolgo a Gianni Merlo: il vero problema è che l'atletica italiana è diventata specchio della politica cui assistiamo quotidianamente in tv. Ci sono favori e favori, promesse e promesse. Do ut des. A distanza di un anno e mezzo, con l'emarginazione sempre maggiore delle società militari dal mondo dell'atletica di società nazionale, assistiamo sgomenti a come le cose vadano sempre peggio. Non so se l'effetto e la causa possano essere collegate, ma trovatemi un altro motivo. Ai gruppi militari interessa principalmente il campionato di società: tolto quello (o com'è nell'attuale formula, relegati ad una manifestazione come il Top Challange ormai scimiottato dalle società sportive civili) vengono meno anche i presupposti per i quali si debba mantenere in vita un gruppo sportivo. E non è detto che qualche Dirigente o Generale dei vari corpi di Polizia non stia pensando di ridimensionare l'impegno nell'atletica. Anzi. E una volta tolti i gruppi sportivi militari, spariranno anche gli atleti che potranno permettersi di fare una vita da professionisti. E chi li paga dopo gli atleti "top"? Arese e il suo entourage ha pensato erroneamente che favorendo le grandi società sportive civili (espellendo le società militari dai c.d.s.) avrebbe favorito l'attività di base. Invece quelle stesse società lo hanno pesantemente tradito, acquistando a destra e manca atleti non certo cresciuti nei loro vivai, cercando stranieri comunitari e non, tutto per vincere uno scudetto che di fatto vale molto ma molto poco. Belle soddisfazioni, eh? Ancora si ha negli occhi lo scempio della finale A oro di Lodi dell'anno scorso...
Politica, infine, che non solo ha emarginato le squadre militari, ma che ha anche azzerato le volontà delle piccole società, quelle che VERAMENTE fanno attività di proselitismo capillare, negli oratori, nei campetti di provincia. Gli è stata tolta la facoltà di partecipare ai c.d.s. se non allestendo squadroni di 25 atleti di tutte le età: impossibile! A loro, di fatto viene negata la possibilità anche di esprimere un voto nelle elezioni federali di qualsiasi livello, nonostante possano vantare centinaia di ragazzi nel loro vivaio in più delle società blasonate. Quindi, per concludere, Sig. Gianni Merlo: sarebbe il caso che Arese, il suo staff, questi organi federali ormai compromessi dal patto scellerato con alcune (poche) società civili, vadano a casa e diano spazio a qualche nome nuovo (Mennea? Simeoni?) che l'atletica l'ha vissuta con grande entusiasmo, onestà, semplicità, genuinità e che all'atto del loro eventuale insediamento studino il modo di cambiare il peso e le responsabilità di chi veramente fa in modo di portare i giovani su una pista di atletica (e non già chi ha il solo interesse di vincere lo scudettino di legno). E chi, poi, dà loro il modo di seguire i loro sogni fornendogli il tempo e il denaro.
Politica, infine, che non solo ha emarginato le squadre militari, ma che ha anche azzerato le volontà delle piccole società, quelle che VERAMENTE fanno attività di proselitismo capillare, negli oratori, nei campetti di provincia. Gli è stata tolta la facoltà di partecipare ai c.d.s. se non allestendo squadroni di 25 atleti di tutte le età: impossibile! A loro, di fatto viene negata la possibilità anche di esprimere un voto nelle elezioni federali di qualsiasi livello, nonostante possano vantare centinaia di ragazzi nel loro vivaio in più delle società blasonate. Quindi, per concludere, Sig. Gianni Merlo: sarebbe il caso che Arese, il suo staff, questi organi federali ormai compromessi dal patto scellerato con alcune (poche) società civili, vadano a casa e diano spazio a qualche nome nuovo (Mennea? Simeoni?) che l'atletica l'ha vissuta con grande entusiasmo, onestà, semplicità, genuinità e che all'atto del loro eventuale insediamento studino il modo di cambiare il peso e le responsabilità di chi veramente fa in modo di portare i giovani su una pista di atletica (e non già chi ha il solo interesse di vincere lo scudettino di legno). E chi, poi, dà loro il modo di seguire i loro sogni fornendogli il tempo e il denaro.
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