04/06/12

Pennella 13"06... e adesso?

Giulia Pennella - Foto Fidal.it
E adesso? Si complica sempre di più il tormentone dell'estate delle ostacoliste italiane. Mai visto, e nemmeno preventivabile un simile sciame di risultati di assoluto valore internazionale nel giro di pochissimi giorni vicino alla border line dei 13". Proprio ieri mattina commentavo il 13"07 di Micol Cattaneo, e baaaam, arriva il 13"06 di Giulia Pennella al Memorial Coscioni di Orvieto. Vento? Solo un refolo di 0,6. E adesso? Adesso chi va a Helsinki? L'unico dubbio sono le condizioni di Veronica Borsi, che stranamente non ha partecipato al circus di meeting nazionali ed internazionali delle ultime due settimane, dopo il 13"05 di Montgeron. Quest'anno uno tsunami ha riscritto le liste italiane di sempre, e ora la scelta del selezionatore sarà alquanto difficile: su che basi saranno fatte le scelte? Ci saranno scontri diretti? Trials? Vabbè, in attesa di scoprire l'arcano, è giusto ricordare come il suo risultato le faccia scavalcare Patrizia Lombardo nel ranking italiano di sempre: ora, i primi posti dovrebbe essere questi (lasciatemi la superficialità del dato munto dal vento, località e data...):

  1. 12"85 - Marzia Caravelli
  2. 12"97 - Carla Tuzzi
  3. 12"98 - Micol Cattaneo
  4. 13"03 - Margaret Macchiut
  5. 13"05 - Veronica Borsi
  6. 13"06 - Giulia Pennella
  7. 13"10 - Patrizia Lombardo
  8. 13"24 - Ileana Ongar
  9. 13"29 - Manuela Bosco
  10. 13"31 - Mary Massarin
Non posso non segnalare il 13"82 di Manuela Vellecco, risucchiata nella prestazione della Pennella a soli 7 cent dal personale. Ma il meeting di Orvieto, ha anche rispolverato le velleità di Giacomo Panizza sui 400hs: 51"03. 7^ prestazione personale di sempre. Gli altri (Bencosme De Leon, Capotosti e mettiamoci pure l'italianizzando Haliti) sono al momento più performanti: serve almeno mezzo secondo in meno. Nell'alto Marco Fassinotti si aggiudica lo sfidone con Chesani, Lemmi (ottimo il suo 2,20), Ciotti Giulio e Finesi. 2,24 (5^prestazione personale di sempre outdoor) che purtroppo non apre nessuna porta internazionale, ma insomma... l'atletica è anche man vs man. Anzi, forse è soprattutto questo. Sorprende in negativo lo stato di forma di Silvano Chesani, che giustamente, come mi era stato fatto notare, il minimo A per Londra lo aveva già stabilito durante la stagione indoor. Il cop veleggia da qualche tempo ad una spanna buona da tutto quello che conta (che dovrebbe contare), e non è bene. C'è da dire che avendo l'appuntamento olimpico in canna, può avere tarato la preparazione estiva proprio su quello: mancano due mesi... tanto e poco. Lo scopriremo solo vivendo. 
Il secondo risultato che brilla di luce propria è il 46"49 di Lorenzo Valentini, che si pone al secondo posto delle liste italiane dell'anno, dopo il 46"22 americano di Licciardello. Personale ogniluogo e ognitempo per il reatino (per società), letteralmente eiettato a bomba sul quattrocentismo nazionale, tanto da creare non pochi problemi di sovrabbondanza a chi selezionerà il team del miglio per qualunque appuntamento internazionale (l'innominabile selezionatore). A proposito... non per essere ipocriti, ma su twitter dove tutti possono seguire tutti senza limitazioni, trovo che quello che ho scritto l'altro giorno sulle staffette Goldengalesi (improvvisazione naif) sia abbastanza corroborata dai teste con spontanee dichiarazioni o "cinguettii". Urge davvero o un Trapattoni che urla "Das Strunz!!" e riporti tutti nell'alveo costruttivo ma con autorità, o un confronto sereno, ampio, trasparente, duro se necessario,per creare un minimo di "squadra" senza la quale gli errori saranno il loro marchio di fabbrica.
Non c'entra lui con il twittaggio, ma capita a fagiolo: nei 100 orvietani ritroviamo un Michael Tumi con la sabbia nel serbatoio: 10"56 e 10"54, benché sempre con più di un metro di vento in faccia. Serve rivedere un 10"3... e quello che vuole dopo, per ritornare a fare la voce baritonale come nelle indoor. Ora è effettivamente in balia della muta di centisti che cavalcano con il surf i 10"50: una marea. Diego Marani (gemello diverso di Davide Manenti con il quale spartisce una litania infinita di risultati appena sopra i 21") corre in... 21"06 con vento praticamente nullo. Mentre sto scrivendo mi viene in mente una cosa... ma tutti gli azzurri o azzurrabili, per caso, stabiliscono il calendario delle proprie gare a mozzo, come vogliono, o c'è un "progetto" o "disegno generale" della Federazione? Qualche cosa di titanico, supercontrollato, con software adatti, applicabili, che tengano presente gli Omegawave di ogni atleta, i necessari due picchi di forma, che coincidano con le due manifestazioni internazionali dell'anno... Temo di conoscere la risposta: mi dò del pirla da solo. Ecco.   
Intanto Andrea Cocchi 14"19 sui 110hs ma con quasi due metri di vento contro. Stabile. 
Lungo con Stefano Tremigliozzi che sta cercando di coprire al meglio delle proprie possibilità l'ormai incipiente dopo-Howe (non ci credo, adesso, che lo rivedremo su questa specialità per almeno un biennio: spero per i suoi tendini!): 7,82 per Tremigliozzi e 7,64 di Emanuele Formichetti. Altra spallatona nel giavellotto di Roberto Bertolini, epigono di una genia di atleti tra i quali, forse, vedremo nei prossimi tempi finalmente un "80". Si spera. 72,90 la misura. Dovrebbe essere la 31^ o la 32^ volta sopra i 70 metri. 
11"90 per la proteiforme Francesca Doveri nei 100 (-0,5), e soprattutto 53"09 per Chiara Bazzoni, che mette il paletto della 4x400, quanto meno europea. Dopo Grenot, o c'è lei o c'è Spacca. 4^ prestazione personale di sempre all'esordio in pista sulla propria specialità (a giugno?).  Mancano 3 decimi per andare a sedersi sui blocchi della gara individuale di Helsinki. Dietro, arriva la sempre più convincente Maria Benedicta Chigbolu: 53"80, e personale. Prima volta sotto i 54". In grande crescita, davvero. 

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